“Ogni ipotesi di passaggio in zona rossa è esclusa e se le statistiche continueranno a migliorare, con il nuovo Dpcm la Regione tornerà in zona gialla”. È il Presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga a rassicurare la regione che attendeva la decisione del governo italiano sull’aggiornamento delle fasce, per sapere ci sarà la conferma della zona arancione o il temuto passaggio alla zona rossa.
Un dilemma che però sarebbe già risolto: “Ho sentito per le vie brevi il ministro Speranza – ha detto il governatore - che mi ha confermato, anche alla luce delle rilevazioni nazionali, il miglioramento dei dati in Friuli Venezia Giulia”.
Niente zona rossa quindi, ha assicurato Fedriga, che ha anche ricordato come in realtà il Friuli Venezia Giulia, numeri alla mano, sarebbe già in zona gialla, una condizione che però “ai sensi dell'ultimo decreto, necessita di 14 giorni per diventare esecutiva”.
La regione, che aveva anche visto l’emanazione di una nuova ordinanza, negli ultimi giorni aveva registrato numeri importanti, fatte le debite proporzioni con la popolazione e il territorio, sul fronte dei nuovi contagi e delle vittime, ma anche una tendenza alla stabilizzazione dei contagi.
Superata in settimana, sia pur di poco, la soglia critica, i posti occupati in terapia intensiva erano però rimasti pressoché costanti da giorni, con un incremento dei casi che sta via via calando, così come i numeri dei ricoverati in altri reparti. Anche l’indice Rt, che indica la contagiosità, si starebbe comunque abbassando.
Un quadro che, pur nell’incertezza della situazione, faceva sperare i vertici della regione in una conferma della zona arancione, evitando così ulteriori limitazioni alla mobilità dei cittadini, ma soprattutto una temutissima chiusura dei negozi, che metterebbe ancor di più in difficoltà l’economia della regione, che punta agli acquisti di Natale per recuperare almeno un po’ del terreno perduto.
La Giunta intanto sta continuando che le attività di prevenzione, cercando di isolare possibili focolai. Accanto al problema delle case di proposito, dove l’infezione si sta nuovamente sviluppando, nelle ultime ore è scattato l’allarme anche nelle carceri: nella casa circondariale di Trieste è stato avviato uno screening di tutti i detenuti, del personale e dei collaboratori che operano all'interno del carcere, dopo che due guardie carcerarie e un infermiere sono risultati positivi al Covid-19.
Alessandro Martegani
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