La revisione a ribasso, seppur leggera, rispetto alle stime di tre mesi fa, è ascrivibile all'attuale andamento dei consumi e del comparto manifatturiero, che sono inferiori alle previsioni.
Per gli industriali "si tratta comunque di un ritmo di crescita annuo del Pil più alto di quello registrato dalla regione in media nei due decenni pre-pandemia. Complessivamente alla fine del prossimo anno, il Pil regionale potrebbe segnare una variazione del +5,2% rispetto al 2019".
Secondo il report, i consumi delle famiglie dovrebbero espandersi nel 2024 a un ritmo inferiore a quello del Pil, +0,4%, e di poco superiore, +0,7%, nel 2025. Alla crescita il prossimo anno "contribuirà anche la ripresa del comparto industriale e l'aumento dei prestiti favoriti dal taglio dei tassi Bce". A fine 2025, i consumi dovrebbero essere cresciuti dell'1,6% rispetto al livello pre-pandemico.
Gli investimenti sono previsti decelerare nel 2024 al 2,3% (+4,3% nel 2023) e calare dell'1,9% il prossimo anno. Le esportazioni di beni in volume, "dopo il crollo dello scorso anno imputabile prevalentemente alla cantieristica", "oltre che dall'andamento deludente della domanda tedesca e del commercio mondiale", "riprenderebbero un percorso espansivo nel 2024, +2,8%, e nel 2025, +3,5%".
Il valore aggiunto dell'industria è previsto portarsi nel 2024 sui valori leggermente inferiori a quelli del 2023 (-1,3%) mentre nel 2025 registrerà una variazione positiva (+0,4%). Si stima ancora, aggiunge in conclusione il report, una crescita del comparto delle costruzioni nel 2024 (+7,0%) e un deciso calo nel 2025 (-7,8%), mentre si prevede prosegua la tendenza positiva in quello dei servizi (+1,0%; +1,4%).
Davide Fifaco