Il Friuli Venezia Giulia dovrà attendere la lista del governo con la classificazione del rischio epidemiologico delle regioni per sapere quale sarà il suo destino nelle prossime settimane.
I dati relativi all’epidemia pongono infatti la regione in una posizione non chiara: se è vero che l’indice Rt ha, se pur di poco, superato l’1,5, una cifra considerata la soglia per un contagio fuori controllo da parte del governo, e se rimane il problema dei contagi nelle strutture per anziani, è altrettanto vero che altri dati, come i posti letto disponibili, l’andamento dei ricoveri, e anche la percentuale di positivi sui tamponi effettuati, descrivono una situazione meno grave sul territorio regionale.
La regione non dovrebbe quindi essere inclusa nelle regioni di fascia rossa, dove il lockdown sarà quasi totale e la libertà di movimento molto limitata, ma potrebbe anche evitare la zona arancione. Si tratta però di una previsione non facile, che dipende dalla combinazione di una ventina di parametri.
La regione punta quindi sulle cifre attuali per non scivolare fra le regioni a rischio, e controllare l’epidemia nei prossini 10 giorni grazie alle norme nazionali in vigore per tutti.
Nell’attesa delle scelte del governo, un giudizio non positivo anche sull’ultimo Dpcm è giunto dal presidente Massimiliano Fedriga, che per seguire l’evoluzione della situazione ha anche rinunciato a presenziare accanto alla Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla cerimonia in programma a Redipuglia in occasione della giornata dell’Unità Nazionale. Al termine della riunione tra le Regioni, Fedriga si è detto “molto perplesso” dai contenuti del Decreto del presidente del Consiglio. “Qualora il Dpcm dovesse entrare in vigore nel modo in cui ci è stato presentato – ha detto Fedriga - oltre ai ristori già previsti dal Governo, chiediamo che le categorie penalizzate dal provvedimento siano esentate dal versamento delle imposte dovute sia per il 2020 che per il 2021”.
E le categorie intanto continuano a manifestare il proprio disaccordo con le chiusure decise dal governo: anche ieri sera centinaia di persone si sono ritrovate in Piazza Unità a Trieste dopo l’appello lanciato dal “Comitato di Trieste Responsabilità e Azione”, che aveva organizzato una protesta analoga a maggio. Fra i presenti vari comitati di categoria, ma anche, nonostante la dichiarata distanza dalla politica della manifestazione, molti esponenti di centro destra e un gruppo del Movimento di estrema destra Casapound.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO