Di certo si sa solo che si svolgerà fra la fine di maggio e inizio giugno, ma il Gay pride di Trieste, l’FVG pride, sta già facendo discutere.

Dopo la manifestazione del 2017 che aveva visto una parata il 10 giugno nel capoluogo friulano, la manifestazione organizzata dalla comunità Lgbt torna in Friuli-Venezia Giulia, a Trieste, una città che potrebbe rivelarsi non facile per l’annuale appuntamento arcobaleno.
In due anni sono cambiate molte cose: l’amministrazione della città, con la giunta Dipiazza retta da una maggioranza di centro destra, e che vede fra le sue fila anche consiglieri che s’ispirano alla dottrina cattolica radicale, e quella della regione, guidata da Massimiliano Fedriga sostenuto dal centro destra. La Lega non ha mai fatto mistero di non gradire le manifestazioni dell’orgoglio gay e di sostenere la famiglia tradizionale, e la decisione di uscire dalla rete anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, fu uno dei primi atti della giunta regionale.
In questo quadro, che aveva visto nei mesi scorsi anche la presenza nel capoluogo giuliano di un evento organizzato dalla destra radicale, la scelta del capoluogo giuliano da parte del comitato organizzatore è un messaggio chiaro per riaffermare i diritti delle persone LGBT, e il rifiuto di ogni tipo di discriminazione.
Data esatta e programma non sono ancora stati resi noti, ma la giunta comunale ha già espresso chiaramente il suo parere negando il patrocinio alla manifestazione, al contrario di quanto fatto invece due anni fa quando la giunta di centro sinistra guidata da Furio Honsell, aveva appoggiato, così come la giunta regionale di Debora Serracchiani, il gay pride.
Decisa anche la reazione da parte della destra radicale, con Forza Nuova che si prepara a contromanifestare e, si legge in una nota “a fare il possibile per impedire l’evento”.


Alessandro Martegani


Foto: Radio Koper
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