A 24 ore dalla comparsa delle nuove scritte siglate dal movimento no vax “ViVi”, una doppia V in un cerchio rosso, gli incaricati del comune sono già al lavoro per cancellare le scritte dagli edifici scolastici e dal centro tamponi imbrattati dai no vax.
Gli addetti hanno ripulito le parti in vetro e metallo e, con maggiore di difficoltà, pavimenti e muri, cancellando le scritte. Frasi come ”I bambini non si toccano”, “governo nazista”, “il vax uccide”, scritte con la vernice spray rossa, erano state trovate da studenti e docenti all’esterno delle scuole Caprin di Valmaura, e Pertini - Rismondo di Melara, e anche al punto tamponi di San Giovanni.
L’episodio era stato sottolineato dal mondo politico, e ieri sera anche il Consiglio comunale ha approvato, a larghissima maggioranza, la mozione proposta dal capogruppo della Lega Stefano Bernobich, che condanna gli imbrattamenti alle scuole e al centro vaccinale.
L’episodio è avvenuto proprio nel mezzo delle polemiche innescate dal nuovo arresto del consigliere comunale di Trieste no vax Ugo Rossi: dopo la decisione del tribunale di confermare gli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale, il Prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, ha applicato la normativa che prevede la sospensione automatica da una carica elettiva quando a un consigliere “è disposta l’applicazione di misure coercitive”. La decisione è stata comunicata in Consiglio comunale dal presidente dell’assemblea Francesco Panteca, e il posto di Rossi, fino alla fine dei domiciliari, dovrebbe essere preso dal primo dei non eletti del Movimento 3V, Marco Bertali.
Lo stesso Consiglio ha anche approvato a larghissima maggioranza una mozione, con primo ritardatario il capogruppo di Forza Italia Alberto Polacco, che esprime solidarietà all’assessora all’Educazione, Nicole Matteoni, e alla Polizia locale, proprio in relazione allo scontro fra Rossi e le forze dell’ordine, avvenuto all’interno di un ricreatorio comunale. Durante l’episodio il consigliere no vax avrebbe anche spintonato la componente della Giunta, accanto a una dipendente del comune: una ricostruzione però rinviata al mittente dallo stesso Rossi che, dalla sua casa di Udine, continua negare ogni accusa e sostiene di essere vittima di una persecuzione da parte della polizia e del sistema politico.
Alessandro Martegani