Nessun intento polemico o volontà di avviare un confronto politico, ma solo un ricordo della storia italiana in occasione della festa della Repubblica. Lorenzo Giorgi, assessore comunale del comune di Trieste, finito al centro dell'attenzione mediatica per aver pubblicato di Facebook una cartina d'Italia su sfondo tricolore che comprendeva anche Istria e Dalmazia, si dice stupito dalle reazioni, giunta anche da Slovenia e Croazia.
"La cartina l'ho condivisa sul mio profilo Facebook privato - spiega Giorgi - e non sulla pagina istituzionale di rappresentante amministrativo e politico, fra l'altro il mio unico commento è stata "la nostra Italia", e solo dopo mi è stata attribuita un'altra frase che invece era inserita nel post della pagina ufficiale (del Movimento Irredentista Italiano n.d.r.)"
"Io semplicemente ho voluto ricordare, nella festa del 2 giugno, che esiste una realtà storica, che esistono tanti italiani che ancora oggi abitano vicino alle Repubbliche croata e slovena, piuttosto che in Corsica; il mio era un riferimento storico, nessuno voleva aprire alcuna contestazione, come invece sembra sia avvenuto, soprattutto lontano da noi."
"Sto ricevendo - aggiunge Giorgi - diversi messaggi poco piacevoli dal punto di vista personale, e mi dispiace, perché credo che avvenimenti che riportano indietro le lancette dell'orologio di quasi 100 anni debbano essere comunque consegnati alla storia".
La sua iniziativa però è stata messa in relazione ad altri episodi, come la dichiarazioni di Tajani nel giorno del Ricordo, oppure alla statua di D'Annunzio a Trieste, che ha un valore e politicamente importante in queste aree, e le reazioni peggiori sono venute proprio da Slovenia e Croazia, dove ci sono quelle comunità a cui lei si rivolgeva...
"Secondo me nel 2019 si dovrebbe poter discutere storicamente di quello che è successo, senza epoliticizzare ogni volta, a prescindere da che parte o fazione questo venga fatto. Le polemiche che arrivano da Slovenia e Croazia non arrivano dalla comunità italiana ma da chi evidentemente ha dato una lettura diversa di un post che non voleva suscitare nulla. Credo non ci sia nulla di male nel ricordare la storia di territori che parlano di Roma, che parlano di Venezia, che parlano di quella che è stata anche la storia del nostro paese."
"Se poi vogliamo parlare, gridare, lanciare offese, perché mi sono arrivate risposte che vanno al di là delle offese, personali e pesanti, o evocare i fantasmi di ritorno del fascismo o di altre cose, siamo veramente fuori luogo, anche perché credo di rappresentare, assieme all'amministrazione Dipiazza, coloro che hanno saputo sviluppare una storia di pacificazione, ad esempio con il concerto dei tre presidenti".
"Fermo restando che ognuno porta avanti la sua storia - conclude - non bisogna però dimenticare quelli che sono state gli errori, da una parte e dall'altra, nel Novecento. Sono fatti che vanno discussi storicamente, sempre all'interno di un normale dibattito, che non prevede modifiche di confini, perché oggi l'Europa permette a tutti di essere nuovamente uniti e non deve essere utilizzata in maniera politica".
Sul tema è intervenuto anche l'ex esponente di Forza Italia e attuale segretario generale dell'Ince Roberto Antonione. "Io - ha affermato Antonione - sostengo sempre che prima di parlare bisogna pensare molto e bisognerebbe sempre pensare alle conseguenze di quello che si fa, soprattutto quando si hanno responsabilità importanti". "Anche se animati da intenzioni non negative, bisogna pensare che le nostre parole possono essere recepite non esattamente come vorremmo".
Alessandro Martegani