Una parola, una sola parola, ma la più inadatta per indicare la comunità slovena di Trieste, ha attirato su Francesco Guccini, cantautore simbolo della sinistra italiana giunto agli 80 anni, il biasimo della minoranza linguistica del Friuli Venezia Giulia.
Tutto nasce da un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, in cui Guccini, raccontando di aver fatto il militare come sottotenente a Trieste, parlava di “un’atmosfera pesante”. “La notte gli s'ciavi, gli sloveni, - ha detto - scrivevano il nome di Tito sui muri della caserma”.
Un termine che non si sentiva più da anni in città, perlomeno utilizzato in un intervento pubblico, e tradizionalmente indicato per insultiate i membri della comunità slovena, per marcare una differenza etnica. Negli anni più bui di Trieste, in cui la separazione fra la destra e la comunità slovena era feroce, l’uso di quella parola fu anche oggetto di una discissione in Parlamento, fra coloro che ne ricordavano le origini venete, e altri che invece ne sottolineavano l’uso dispregiativo verso la minoranza slovena.
L’episodio che ha coinvolto Guccini è stato naturalmente ripreso e sottolineato dal Primorski Dnevnik, il quotidiano della minoranza slovena in Italia, che ha anche sentito direttamente l’autore, che ha spiegato il perché ha utilizzato un termine usato normalmente come un insulto verso la comunità linguistica della città. “Era un termine utilizzato per indicare le signore che venivano a fare le pulizie in caserma quando facevo il militare a Banne” ha raccontato al giornale, “non lo consideravamo e non era un termine offensivo”.
Guccini ha aggiunto che non voleva offendere nessuno, e che il suo ricordo di Banne è di un paese molto tranquillo, anche se gli sloveni inneggiavano Tito sui muri, ha aggiunto.
Incidente risolto quindi, almeno con il giornale, che ha chiarito l’uso di un termine di cui evidentemente Guccini non conosceva l’evoluzione avvenuta negli anni che seguirono la sua permanenza nel capoluogo giuliano.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO