Sono passati 105 anni, e si è concluso a Roma il percorso che ha restituito l’onore e la verità ai fucilati di Cercivento, i 4 alpini condannati a morte per aver disobbedito a un ordine suicida.
La legge prevede la "riabilitazione storica, attraverso la restituzione dell'onore dei soldati nati o caduti nel territorio dell'attuale Regione Friuli Venezia Giulia, condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della Prima Guerra mondiale”, e punta a ridare dignità a Silvio Gaetano Ortis, Giovanni Battista Coradazzi, Basilio Matiz e Angelo Primo Massaro, fucilati in Carnia, nei pressi del passo di Monte Croce Carnico, e ad altri 750 soldati uccisi dai plotoni di esecuzione per non aver obbedito agli ordini insensati e suicidi dati dal comando italiano durante la Prima guerra mondiale.
La legge, che istituisce ogni primo luglio anche la Giornata regionale della restituzione dell'onore ai fucilati, è stata presentata a Roma dal presidente dell'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin. “Il compito delle istituzioni - ha detto nel corso dell’incontro - è ridare l'onore a coloro i quali ne sono stati immeritatamente privati. Non potevamo accontentarci di una risoluzione approvata dalla Commissione Difesa del Senato e questa voglia di giustizia per un passato da riformulare per favorire un futuro più consapevole, ci ha spinti a predisporre una legge per valorizzarne la trasversalità e la valenza istituzionale, che, partendo dai quattro alpini fucilati a Cercivento, ponga fine alla lunga agonia di tante famiglie marchiate da un ricordo disperso, ma rimasto sempre vivo nella comunità carnica".
Zanin, primo firmatario della legge che ha avuto un appoggio da parte di tutte le forze politiche, ha anche auspicato che Camera e Senato recepiscano la legge regionale del Friuli Venezia Giulia come un “modello per l'Italia”, perché, ha aggiunto “ci sono altri 750 soldati uccisi dai plotoni di esecuzione in altre parti del Paese che attendono il loro momento”.
Alessandro Martegani