Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963 quando, un'enorme frana di roccia di circa due chilometri quadrati di superficie e 260 milioni di metri cubi di volume, si staccò dalle pendici del Monte Toc, dietro la diga del Vajont, tra il Friuli e il Veneto. Il disastro provocò la distruzione di 7 paesi e 1.917 morti, anche se molti dei corpi dei dispersi non furono mai ritrovati.
Domani per ricordare questo tragico evento il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli avrebbe dovuto fare visita al Comune di Vajont, il nuovo centro abitato che all'epoca venne costruito alle porte di Maniago per ospitare i sopravvissuti provenienti da Erto e da Casso.
Purtroppo Sassoli ha dovuto cancellare la visita a causa della quarantena impostagli per essere entrato a contatto con persone positive al Nuovo coronavirus. L'evento in programma questo sabato, che avrebbe visto anche l'intervento del presidente della Regione Massimiliano Fedriga, è stato rimandato a data da destinarsi.
Confermate, comunque, le celebrazioni organizzate dalle amministrazioni comunali di Erto e Casso, Vajont e Longarone che si svolgeranno però in forma ridotta sempre a causa del Covid-19.
Una drammatica ricorrenza, alla quale anche la Regione Fvg ha reso omaggio con l'istituzione nel giugno del 2019, della "Giornata in ricordo della tragedia del Vajont" e del riconoscimento "Memoria Vajont".
Barbara Costamagna