Ormai non è quasi nemmeno più una notizia: la salita costante dei contagi in regione e il peggioramento dell’indice RT, accanto all’occupazione dei posti in ospedale non lasciavano molti dubbi sul passaggio del Friuli Vezia Giulia in fascia rossa.
Il passaggio alla zona rossa, per la prima volta da quando è stato creato il sistema a fasce, è stato confermato dopo la riunione fra i presidenti delle regioni e il governo: da lunedì quindi in tutta la regione non solo rimarranno chiusi bar e ristoranti, e non sarà possibile spostarsi fra comuni, ma abbasseranno le serrande anche tutte le attività commerciali non essenziali, e per spostarsi bisognerà avere una ragione valida, con la necessità di portare con sé le autocertificazioni. Stop anche alle visite ad amici e parenti se non per ragioni di necessità. Sempre possibile l’attività motoria nei pressi di casa e quella sportiva individuale.
C’è da dire che si tratta di una situazione diffusa nel paese, e che il Friuli Venezia Giulia è in buona compagnia, con altre dieci regioni in rosso, e altre otto arancioni.
Anche i dati dell’ultima giornata non sono positivi. I contagi sono stati 971 fra tamponi molecolari e rapidi, in linea con la giornata precedente. Un lieve aumento dei ricoveri in terapia intensiva, passati da 61 a 65, e 498 in altri reparti, stabili rispetto alle precedenti 24 ore.
La regione si sta organizzando per far fronte alla nuova salita dei contagi: il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi ha confermato che “sarà aumentata progressivamente la disponibilità dei posti letto in terapia intensiva e semintensiva all'ospedale di Cattinara a Trieste”, mentre nei giorni scorsi erano state limitate le attività non urgenti in altri ospedali.
Nell’incontro con il governo, il Friuli Venezia Giulia ha avanzato con le altre regioni alcune richieste come “l’uniformità dei parametri a livello nazionale per la misurazione del contagio, indennizzi urgenti per le categorie economiche costrette a limitare la propria attività e congedi parentali per i genitori che dovranno rimanere a casa per seguire i figli a causa delle scuole chiuse”.
Alessandro Martegani