Foto: Premio Luchetta
Foto: Premio Luchetta

Puntare i riflettori sui tanti bambini sottoposti a sofferenze e anche al rischio di morire in tutte arre di guerra nel mondo. È sempre questo (ma sempre più attuale), l’obiettivo del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, intitolato alla memoria della troupe della Rai (composta dal giornalista Marco Luchetta, dall'operatore Dario D'Angelo e dal tecnico di ripresa Alessandro Saša Ota), uccisa da una granata a Mostar nel 1994 mentre realizzava un servizio sui bambini senza nome.

La targa che ricorda la troupe Rai a Mostar (Foto: Camilla Martegani)
La targa che ricorda la troupe Rai a Mostar (Foto: Camilla Martegani)

Anche quest’anno la giuria di giornalisti (presieduta da Riccardo Iacona, giornalista conduttore del programma d’inchiesta di Rai3 “Presa Diretta”), ha selezionato servizi, foto e articoli che parlano dei bambini che vivono in zone di guerra: “I bambini ucraini e palestinesi che porteranno per sempre, sul corpo e nella psiche, i segni della guerra. Le drammatiche telefonate con richieste d’intervento alla sala operativa della Mezza Luna Rossa palestinese. La fame disperata che attanaglia migliaia di persone nella zona del Tigrè in Etiopia. Le vita in cella dei bambini detenuti nelle carceri italiane assieme alle loro madri. Le condizioni al limite dell’umano in cui vivono oltre 400 migranti nei Vecchi magazzini abbandonati di Trieste”.
Le Giornate del Premio Luchetta si terrano dal 15 al 17 novembre al Teatro Miela di Trieste, e saranno chiuse domenica mattina dalla cerimonia di premiazione dei vincitori della XXI edizione, annunciati nei giorni scorsi.
Il premio, accanto alla cerimonia di conferimento dei riconoscimenti, prevede una serie d'iniziative e incontri dedicati al giornalismo, ai conflitti che incendiano l’Europa e il Medio Oriente, alla questione delle rotte migratorie e alla privazione dei diritti.

Alessandro Martegani