Prima un tentativo di aggressione mentre stava facendo un servizio sui Casamonica, uno dei clan criminali che dominano la Capitale, poi una molotov piazzata nella sua macchina.
È questo il prezzo che Floriana Bulfon, giornalista d'inchiesta freelance per l'Espresso, la Repubblica e Rai uno, sta pagando per aver raccontato la realtà della criminalità organizzata di Roma.
Floriana ha fatto luce su quella che fino a poco tempo fa era considerata poco più che una gang di periferia, i Casamonica, e rivelatisi invece degli efficienti gestori di una rete criminale organizzata, che gestisce estorsioni, droga, armi e altri traffici nella capitale: una delle più violente e potenti organizzazioni criminali del Paese.
Nei suoi pezzi ha raccontato la realtà delle bande criminali che hanno dato vita a fenomeni come quello di Mafia capitale, e nell'ultimo libro, "Casamonica. La storia segreta", descrive una delle famiglie più potenti della criminalità romana, balzata sulle prime pagine dei giornali per iniziative ad effetto come il funerale con tanto di banda e pioggia di petali di rosa. Un libro frutto di dieci anni di ricerche e indagini.
"Dietro quel folklore, dietro quelle ville, quelle cornici e culle d'oro per i bebè, e al funerale - racconta a Trieste, a margine di Link, festival del buon giornalismo, a cui ha partecipato - c'è un sistema criminale e violento, che si è dimostrato vincente. I Casamonica negli ultimi 30 anni sono cresciuti enormemente, ma pur essendo presenti e visibili, sono sempre stati considerati come una banda criminale di straccioni, un qualcosa che sta nelle borgate, nelle periferie; nel frattempo sono diventati un partner affidabile per tutte le mafie italiane e straniere che sono presenti a Roma",
"Per troppo tempo - aggiunge - si è detto che a Roma la mafia non c'era, ma loro sono potenti: hanno i soldi, frutto dell'usura, delle estorsioni e del traffico di droga, e hanno imparato anche come comportarsi dalle altre mafie, intessendo relazioni, dosando sapientemente violenza e denaro".
"La loro ascesa corre purtroppo in parallelo al degrado di Roma: nascono nelle periferie romane, quelle periferie che per troppo tempo sono state abbandonate, e che oggi, sulla pelle di una popolazione abbandonata, piano piano si sono fatte centro".
"È un vortice criminale che arraffa tutto, - spiega - dall'assegnazione delle case popolari nelle borgate ai ristoranti della Dolce vita nel pieno centro storico, e in mezzo ci sono delle persone che vengono picchiate tanto da farle svenire, che accettano di pagare una cifra anche per tutta la vita, che si dichiarano schiave a vita, che non hanno il coraggio di denunciare e che invece che parlare con gli inquirenti, una volta che vengono individuate, preferiscono andare ad avvertire la famiglia dei Casamonica.
Nel corso delle tue inchieste sei anche stata inseguita e minacciata dai Casamonica, recentemente hai trovato una bottiglia Molotov nella tua macchina: come si vive così?
"Con difficoltà perché è normale avere paura, non fa piacere ricevere delle intimidazioni o delle minacce, ma questo non significa devi fermarti: rimane la consapevolezza di voler continuare a raccontare, e di aver individuato realtà che meritano maggiore attenzione, di essere illuminate ancora di più, e quindi continuo a fare il mio mestiere".
Alessandro Martegani