Dal 16 agosto 2016, data in cui si verificò l'incidente frontale tra due vetture del Tram di Opicina in cui rimasero feriti 7 passeggeri e due macchinisti, il mezzo di trasporto più amato di Trieste non ha più fatto una "corsa". Nonostante le mille promesse di un veloce ripristino, dopo quasi tre anni non c'è ancora una data certa per il rientro in servizio. Attualmente si parla del 2020, ma nessuno vuole più sbilanciarsi. Per riattivare la linea serve il via libera dell'Ufficio speciale trasporti ad impianti fissi (Ustif), un organo del Ministero della Infrastrutture e dei trasporti che già nel 2017 chiese degli adeguamenti ai primi progetti per l'ammodernamento della linea e dei marciapiedi delle fermate. Intanto sono state bandite due gare, una del valore di quasi 300mila euro per la fornitura delle traverse ed una da oltre 130mila euro per la realizzazione e la fornitura di nuove rotaie.
In questi mesi anche la cittadinanza si è mossa, con più iniziative a sostegno del tram, tra tutte una raccolta di firme che si chiuse con oltre 15mila sottoscrizioni.
Molto attivi inoltre i social, solo su Facebook sono una mezza dozzina le pagine dedicate alla tranvia su cui gli utenti si confrontano, con post che ricostruiscono la storia del mezzo di trasporto o che semplicemente postano foto e ricordi legati alle indimenticabili vetture azzurre che collegavano il centro città all'Altipiano carsico.
Stop che inevitabilmente risulta dannoso anche all'immagine della città, visto che i numerosi turisti che ospita ogni anno il capoluogo giuliano rimangono molto delusi alla scoperta di non poter usufruire di uno dei simboli della storia di Trieste.
Davide Fifaco