È stata ancora una volta una cerimonia senza pubblico quella celebrata quest’anno alla Foiba di Basovizza, ma non per questo meno sentita dalle autorità e dai rappresentanti delle organizzazioni degli esuli e dei combattenti che si sono schierate sulla spianta di fronte al monumento nazionale.
Dopo l’alzabandiera, sono state deposte davanti alla Foiba corone d'alloro da parte di Regione, Prefettura e Comune di Trieste, poi è stato il momento degli interventi: il presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, ha ricordato i tragici fatti avvenuti nel luogo della commemorazione e in generale nel dopoguerra, e ha auspicato che, così come avvenuto con l’omaggio dei presidenti Pahor e Mattarella, che ha segnato un punto di svolta nella consapevolezza di quanto avvenuto, sia avviato un dialogo anche con la Croazia per commemorare assieme tutte le vittime.
I passi in avanti e la svolta segnata dall’omaggio dei due presidenti sono stati sottolineati anche dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: “20 anni fa – ha detto - non si poteva assolutamente fare questo discorso ora invece c’è grande rispetto per i drammi di queste terre, da una parte e dall'altra. Pochi giorni fa eravamo in Risiera, dove sappiamo cosa è successo, oggi siamo qui. Sono molto orgoglioso perché questo monumento l'ho realizzato io, e centomila giovani ogni anno vengono qui e vedono quello che è successo”.
“Queste cerimonie e attività – ha aggiunto - servono proprio a combattere l’intolleranza che spesso e volentieri, purtroppo, vediamo ancora. Qui siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto, e dobbiamo continuare, soprattutto a insegnare ai giovani il valore della patria, della famiglia, del lavoro, il senso civico. Ieri ho letto sui giornali che ormai l’85 per cento degli italiani conosce la parola Foibe: probabilmente vent'anni fa solo il 5 o 10 per cento degli italiani sapeva cosa voleva dire quella parola, e nei prossimi anni avremo anche la grande opportunità di Gorizia e Nova Gorica capitale della cultura per parlare del rispetto che dobbiamo a chi ha perso la vita in queste terre”.
Dipiazza ha però anche ribadito l’invito al governo italiano a revocare l’onorificenza dell’Ordine di Gran Croce assegnata al Maresciallo Tito.
Sulla necessità di una memoria condivisa e contro ogni tipo di revisionismo e riduzionismo si è invece concentrato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga: “È importante – ha detto - che le istituzioni insieme ricordino e rimarchino la verità. Quanto è avvenuto con il presidente Pahor e il presidente Mattarella ha una valenza europea e internazionale, e ne siamo orgogliosi. Oggi siamo qua per ribadire la verità: purtroppo ci sono studiosi, o pseudo studiosi, negazionisti, revisionisti e riduzionisti, che non fanno un favore al ragionamento libero, perché la libertà c’è soltanto nella verità, e quando si vogliono raccontare menzogne ai nostri cittadini non vengono dati gli strumenti per conoscere la libertà e quindi la verità”.
Celebrazioni e iniziative sono state però organizzate in tutto il paese: nel pomeriggio al Senato ci sarà la cerimonia ufficiale per la celebrazione della Giornata del Ricordo, aperta dal discorso della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e del presidente della Camera, Roberto Fico, seguiti dall'intervento del premier Mario Draghi alla presenza presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e , fra gli altri, del presidente di Federesuli, Giuseppe De Vergottini. A Roma anche i dirigenti dell’Unione italiana, che questa mattina hanno visitato l’Altare della Patria.
Alessandro Martegani