Procedura ufficialmente ritirata, ma non è escluso un ricorso contro la sentenza del giudice del lavoro di Trieste che la scorsa settimana aveva dichiarato illegittima la procedura di chiusura avviata dalla multinazionale finlandese Wärtsilä nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra.
La proprietà dell’azienda ha quindi deciso di applicare la sentenza che aveva certificato un comportamento antisindacale da parte dell'azienda: Wärtsilä aveva annunciato il licenziamento di 451 lavoratori, ma i legali non avevano escluso un’opposizione al decreto del giudice del tribunale del lavoro.
Si tratta però solo della prima, se pur importate battaglia vinta dai sindacati e dai lavoratori: ora però, se volesse ripresentare la procedura di licenziamento, l’azienda sarebbe sottoposta alla nuova legislazione contro le delocalizzazioni, che ripristina una serie condizioni e sanzioni per tutelare i livelli occupazionali dare maggiori prospettive di cessione dell'azienda, o di rami d'azienda, per consentire la continuazione dell'attività.
Il 5 ottobre è stata poi fissata l'udienza sul ricorso presentato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
I sindacati intanto hanno dato via libera alla consegna di 12 motori costruiti a Bagnoli della Rosandra e destinati alla coreana Daewoo. La Uhl Fusion, la nave del gruppo coreano, giunta a Trieste, è in attesa di avviare le operazioni d’imbarco, bloccate in passato dai lavoratori in agitazione.
I sindacati hanno posto tre condizioni per il rilascio dei motori: che la società coreana s’impegni a condannare pubblicamente, sulla stampa internazionale, il comportamento di Wärtsilä nei confronti dei lavoratori, sostenga nei rapporti con Wärtsilä la strategicità del sito di San Dorligo della Valle e che siano imbarcati esclusivamente i 12 motori di proprietà di Daewoo. Rimangono bloccati invece gli altri sei motori di proprietà Wärtsilä.
Alessandro Martegani