Appare lontana la possibilità che la Giornata del Ricordo trascorra senza polemiche. Nonostante il plauso unanime della politica per le parole di Sergio Mattarella, nella notte a Trieste si sono verificati episodi divisivi. Almeno due manifesti firmati CasaPound sono comparsi a Opicina ed a Boljunec. Le scritte, contro i partigiani di Tito, definiti “infami ed assassini” sono state affisse su due edifici della comunità slovena. I due striscioni sono apparsi dopo un'altra scritta ingiuriosa nei confronti di Norma Cossetto, nei pressi del confine di Basovizza/Lipica. Da un primo e sommario esame gli autori della scritta potrebbero provenire da un'area non italiana. La guerra di striscioni, peraltro, ha avuto anche un eco nazionale visto che ieri sera ne è apparso uno nella curva dell'Inter nel corso del derby contro il Milan, che riportava la scritta “Milano non scorda i martiri delle foibe” con tanto di maxi bandiera italiana.
Qualche giorno fa, inoltre, aveva fatto discutere la proposta dell'assessore regionale del Friuli-Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro di Fratelli d'Italia, di posare della pietre di inciampo anche per le vittime delle foibe. Oltre alle prevedibili proteste da parte della Comunità ebraica, nel veder accomunate due tragedie così diverse, sono arrivate le dure parole del vicesindaco leghista di Trieste, Paolo Polidori, che sui social ha scritto “le corse al protagonismo, peraltro non preventivamente condivise, non fanno bene a momenti così importanti come quelli della Giornata del Ricordo: pur apprezzandone l'iniziativa, il modo esclusivo instilla nelle menti il dubbio che la spettacolarizzazione sia il fine e non il mezzo”.
Insomma il livello di tensione per questa giornata si è ulteriormente innalzato, segno che i drammi del dopoguerra, in queste terre, non facciano sicuramente parte di una memoria condivisa.
Davide Fifaco