“Qui c’è un clima d’intimidazione da parte dell’assessore: è inaccettabile ed è l’ultima volta che ci minaccia”. Queste parole, pronunciate da Francesco Russo, esponente del Pd, nel corso della nuova seduta della seconda e terza commissione sul piano di riqualificazione del Porto vecchio, riassumono la tensione che regna fra maggioranza e opposizione sul tema dell’antico scalo, alimentata anche dai recenti sviluppi sull’Ovovia, un tema tornato a far capolino, a tratti, nel corso della discussione, in parte secretata per proteggere i segreti industriali del piano presentato dalla Costim, colosso immobiliare di Bergamo.
Al centro del confronto ancora una volta valutazioni economiche, costi, ma anche destinazioni d’uso dei 65 ettari che saranno interessati agli interventi, che dureranno 10 anni, e i timori dell’opposizione di una possibile speculazione edilizia che sottragga spazio alla cittadinanza, ma su questo l’assessore al bilancio Everest Bertoli, che ha dato vita a una sorta di “uno contro tutti” con il centro sinistra, è stato categorico: “I capannoni saranno tutelati rispettando i vincoli della soprintendenza, ci saranno solo due alberghi, e tutte le aree saranno fruibili dai cittadini. I 600 alberi, la spiaggia, gli stalli per le bici, la centrale per l’energia pulita, le aree sportive, testimoniano che si vuole far vivere l’area alla città”.
Il confronto ha toccato però a più riprese il tema della riservatezza, per il rischio che nel corso delle domande i consiglieri potessero rivelare dati coperti da segreto, tanto da spingere gli stessi consiglieri di opposizione a chiedere a più riprese agli uffici chiarimenti su quali fossero le informazioni coperte secretate.
Lo stesso tema ha scatenato un durissimo scambio fra Bertoli, che aveva chiesto di mettere a verbale una dichiarazione di Francesco Russo su alcune valutazioni su valore dell’area, e lo stesso esponete del Pd, che ha denunciato un clima di continua intimidazione da parte della Giunta, se non di aperta minaccia, per bloccare la discussione. Una posizione che in parte sarebbe condivisa anche da consiglieri del centro destra: la maggioranza non è praticamente intervenuta nel corso dei lavori, a riprova del fatto che si preferisce evitare un terreno potenzialmente scivoloso per tutti.
Non è mancata una recriminazione sulla responsabilità del blocco dell’area, rimasta pressocché inutilizzata per 50 anni. Bertoli ha accusato le precedenti gestioni di aver lasciato bloccato tutto. “Questo – ha detto – è l’unico masterplan completo mai presentato”.
Parole che hanno trovato una replica immediata da parte di Russo che ha invitato Bertoli alla prudenza nel parlare di “chi ha bloccato il Porto Vecchio negli ultimi 40 anni”. “Quando si dicono delle panzane – ha aggiunto facendo riferimento anche all’Ovovia - alla fine si viene scoperti”. “Per anni – ha spiegato - proprio il centro destra ha sostenuto lo ‘spezzatino’ per il Porto Vecchio, ora avete cambiato idea, anche in questo caso avevamo ragione noi. Se poi, come dice il sindaco, ci sono molti investitori, perché ci accontentiamo di un’unica offerta, fra l’altro di gran lunga inferiore rispetto alle valutazioni?”.
Bertoli ha replicato ricordando che ci sarò una gara e che “tutti potranno partecipare e offrire di più, e – ha aggiunto - saremo felici di accettare offerte più alte”. Per Forza Italia, partito di cui faceva parte Bertoli prima del passaggio alla Lega, ha poi replicato Alberto Polacco, sottolineando come il partito avesse “difeso, solo contro tutti, la svendita del porto ai cinesi: se oggi la via della seta è un lontano ricordo, e Trieste ha una posizione baricentrica, è merito di Forza Italia che ha mantenuto la barra dritta”.
Nel corso degli interventi è emerso anche qualche particolare sulla sequenza dei lavori che dureranno dieci anni, in particolare sui parcheggi: nelle aree alienate sono previsti due parcheggi, uno realizzato alla fine del quarto anno, e un altro alla fine del sesto, mentre nelle aree in concessione i lavori del parcheggio inizieranno al sesto anno.
Garanzie sulle destinazioni d’uso e chiarimenti soprattutto sulle cifre erano state richieste anche da altri consiglieri di opposizione, come Rosanna Pucci del PD, che ha ricordato come “facendo un rapporto tra l’investimento al metro quadro per i cinque edifici acquistati dalla Regione e quello per i 19 edifici che saranno alienati a Costim vi è uno scostamento di circa 200 milioni di euro”. Pucci ha anche sottolineato come ci sia “una differenza temporale tra la realizzazione dei parcheggi e quella degli altri edifici: non si rischia – ha detto - un collasso nella mobilità?”
Riccardo Laterza, di Adesso Trieste, ha invece ricordato come nel 2014 proprio Massimiliano Fedriga, allora deputato, “avesse denunciato il pericolo di una speculazione edilizia in Porto Vecchio se si fossero realizzate funzioni residenziali senza prevedere nuove attività produttive capaci di rilanciare l'economia e l'occupazione”. “Oggi la sua parte politica – ha aggiunto - intende realizzare esattamente ciò che dall'opposizione prospettava come un grave rischio. In assenza di spiegazioni l'impressione che resta è che la stessa operazione se gestita da altri sia "speculazione edilizia", se invece la gestisce la destra diventa magicamente "rigenerazione urbana".
Alessandra Richetti dei 5 Stelle ha poi chiesto di fare chiarezza “su questioni fondamentali, come la sostenibilità sociale del progetto, l’integrazione urbanistica con il resto della città e il rischio di trasformare l’area in uno spazio esclusivo, lasciando indietro chi ha più bisogno”. “Mi preoccupa l’eccessiva attenzione verso sviluppi turistici, a scapito delle reali necessità abitative e imprenditoriali di Trieste. Purtroppo, l’assessore non ha fornito risposte concrete, limitandosi ad accusarmi di star facendo una ‘caccia alle streghe’”.
Alessandro Martegani