Continua a far discutere, a Trieste, la Ferriera di Servola, l'obsoleto impianto siderurgico sempre sotto osservazione per l'inquinamento nonostante le continue rassicurazioni da parte della proprietà. Negli ultimi tempi si è parlato di possibili investimenti da parte di imprenditori cinesi, interessati al Porto di Trieste ma che potrebbero coinvolgere anche il sito industriale.
Alla notizia di eventuali cambiamenti ed interessamenti con investimenti provenienti dalla Cina, per la Ferriera di Servola, si sono espresse anche alcune associazioni di Trieste, da sempre preoccupate per la situazione ambientale e l'inquinamento provocato dall'industria siderurgica. Tra queste FareAmbiente, che per voce del responsabile regionale, Giorgio Cecco, ha comunicato che l'importante è che ci siano finalmente delle certezze per residenti e lavoratori, visto che sicuramente fa più paura l'inquinamento ed il rischio per la salute pubblica rispetto agli investimenti cinesi, evidenziando come lo sviluppo ed il futuro passino sicuramente per l'incremento della portualità e del turismo, rispetto al proseguimento dell'attività dell'area a caldo.
Rimane critica la posizione del Comitato 5 dicembre, da sempre in lotta per la chiusura dell'area a caldo della Ferriera, che critica l'attuale posizione del Comune, che ha smesso di chiedere revisioni o annullamenti dell'Autorizzazione Integrata Ambientale da quando in Regione non vi sono più gli avversari politici.
Il Comitato, in particolare, chiede che la politica rispetti gli impegni presi, soprattutto per quanto riguarda il rumore, in modo che il Sindaco emetta un'ordinanza per sospendere le attività quando si superano i limiti di legge.
Inoltre, in un dibattito pubblico, si sono incontrati Maria Maranò, delegata della segreteria nazionale di Legambiente, Mario Sommariva, segretario generale dell'Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale, i sindacati dei lavoratori ed i comitati degli abitanti di Servola. Lo stesso Sommariva ha confermato la trattativa con un gruppo cinese, mentre Maranò ha sottolineato che l'Italia deve impostare una seria politica industriale, ricordando che il settore manifatturiero italiano è il secondo in Europa dopo quello tedesco. I sindacati ed i rappresentanti della cittadinanza, infine, hanno ribadito ancora una volta il problema della convivenza tra la Ferriera e le abitazioni vicine all'impianto, rimarcando che la salute delle persone sembra quasi un problema marginale.