Il volume di Franco Stener, "Remi a nordest. Ieri e Oggi", oltre a ricordare la storia del canottaggio dell'Adriatico dell'est, cerca quanto ancora è rimasto della tradizione remiera in Istria e Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale. Nel testo si ricordano le storiche società del passato ma si dà uno sguardo anche al presente ed al futuro, con particolare attenzione ai giovani discendenti di quegli istriani che hanno contribuito all'affermazione di Trieste in questo sport in campo nazionale ed internazionale.
Ne abbiamo parlato con l'autore del libro, Franco Stener:
“Dobbiamo pensare a Trieste 100 anni fa, sotto l'Austria. È stata fondamentale per la diffusione di tutto il canottaggio sull’Istria Costiera, logicamente. Il canottaggio ha lasciato così delle forti radici in Istria che hanno permesso di continuare con questo sport anche dopo la guerra, con altre realtà, ma il canottaggio comunque è figlio della tradizione triestina, guardando prettamente da un punto di vista sportivo. Isola, con la Pullino nel 1928 porta per la prima volta l’Istria ad un’Olimpiade e conquista subito la medaglia d'oro, più altri quattro titoli europei. Questi ragazzi di 18 anni di media vanno lì e fanno un po' la barba tutti quanti, insomma hanno fatto la storia del canottaggio istriano. Guardiamo il futuro, dal '64 gli equipaggi triestini hanno ripreso con le regate a Isola m i contatti, ripeto, sono molto forti e proiettati in un futuro di reciproca stima”.
Quindi c'è ancora collaborazione tra le società di canottaggio presenti a Trieste e le società che ancora esistono nell'Istria slovena e croata?
“Senz'altro! C'è un grossissimo rapporto di amicizia. Guardiamo, ad esempio, al Trofeo Vascotto a Muggia, che porta in particolare dall'Istria slovena tutti i ragazzi e gli allievi, in una giornata di giugno, a trovarsi, a frequentarsi ed a gareggiare insieme”.
Davide Fifaco