Tampone molecolare o antigenico fino al 15 gennaio, con l’aggiunta dell’obbligo di isolamento fiduciario se si entra nel paese dal 21 al 6.
Si alza il muro fra l’Italia e gli altri paesi europei, inseriti dall’ultimo Dpcm nell’elenco “C”, vale a dire paesi provenendo dai quali sono richiesti test e precauzioni per evitare il contagio.
Nella massa di provvedimenti e reazioni scatenate dalle misure decise in occasione delle feste, quelli riguardanti i confini sono passate in secondo piano, ma rischiano di creare non pochi problemi a chi vive lungo la frontiera.
Secondo il Dpcm, valido fino al 15 gennaio, chi intende entrare in Italia dalla Slovenia, così come dagli altri paesi europei, deve presentare la certificazione di un test negativo eseguito non più di 48 ore prima, oltre a dare comunicazione della propria presenza alle autorità sanitarie.
La regola vale sia per i cittadini italiani, sia per quelli non italiani, e dal 21 al 6, quando nel paese saranno vietati gli spostamenti fra regioni, scatta anche l’obbligo di quarantena. Le regole valgono anche per chi rientra in Italia dopo esser partito prima del 10 dicembre, e per chi ha anche solo transitato in uno dei paesi europei nei 14 giorni precedenti al rientro. L’obbligo di quarantena rimane anche dal 7 al 15 gennaio per gli italiani che hanno deciso di trascorrere le ferie all’estero.
In questi giorni i tanti cittadini che quasi quotidianamente passano il confine per fare acquisti, ma anche per far visita a familiari, avevano sperato in una deroga per chi vive a ridosso della frontiera, ma per ora le autorità italiane sembrano intenzionate ad applicare le norme alla lettera. Nemmeno la visita a parenti stretti dall’altra parte del confine viene ritenuta una motivazione valida, e le eccezioni sono limitate ai lavoratori transfrontalieri, al personale dei mezzi di trasporto e autisti, e a una serie di ingressi per ragioni “non differibili”, come motivi di salute, assoluta urgenza, o la partecipazione a manifestazioni sportive di livello internazionale, ma anche agli alunni e agli studenti che frequentano una scuola dall’altra parte del confine.
La normativa, che fa parte del pacchetto destinato a limitare gli spostamenti degli italiani nel periodo di ferie, anche per gite di un solo giorno oltreconfine, non sembra lasciare grande spazio all’interpretazione: un’applicazione rigorosa nella normativa, peraltro analoga a quella messa in atto da tempo dalla Slovenia, (che richiede una quarantena di 10 giorni all'ingresso oppure un test negativo non più vecchio di 48 ore, pur con alcune deroghe, come le due ore per fare degli acquisti oltreconfine), era stata auspicata anche dallo stesso Governatore Massimiliano Fedriga dopo l’emanazione del Dpcm.
Molto però dipenderà dai controlli, che, fatta eccezione per i valichi principali, non sono stati molto presenti in questi mesi: nonostante le rassicurazioni, espresse anche dalla ministra italiana dell’interno Luciana Lamorgese nella sua ultima visita a Trieste, i valichi di confine secondari si possono attraversare liberamente, e solo molto raramente sono sorvegliati da pattuglie delle forze dell’ordine.
Alessandro Martegani