La disparità di regole per l’attraversamento del confine fra Italia e Slovenia continua a far discutere: la necessità di presentare il risultato di un tampone negativo per entrare in Italia, anche se vaccinati o guariti, accanto alla compilazione di un modulo on line, a fronte della decisione di Lubiana di consentire il libero passaggio dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, è stata sottolineata da più parti.
La senatrice del Pd Tatjana Rojc aveva proposto una fascia di libera circolazione lungo i confini dell’Italia per chi vive lungo la frontiera, una soluzione che sembra essere condivisa in Friuli Venezia Giulia. “Purtroppo in Italia – ha commentato il consigliere regionale della Lega Danilo Slokar - a prescindere dalle maggioranze di governo, non prendiamo mai delle scelte conseguenti a certe situazioni, e a questo si unisce un ministro della salute che in passato e anche oggi non ha dimostrato di voler valutare le situazioni particolari come quella delle fasce confinarie”. “La proposta, rilanciata dalla senatrice Rojc, di una fascia confinaria di libera circolazione per chi vive a ridosso dei confini è assolutamente condivisibile, e lo avevamo proposto anche noi tempo fa”.
“In questi mesi - ha aggiunto - abbiamo dovuto assistere a disparità insopportabili, come i tamponi che in Slovenia venivano fatti gratuitamente e con facilità, mentre in Italia sono pagamento, fino a questa situazione che di fatto impedisce il ritorno a una vita normale per chi vive lungo la frontiera”. “La nostra regione ha il vantaggio di essere guidata da un presidente ragionevole e di grande capacità, che riuscirà sicuramente a ottenere il massimo possibile: la quesitone dei disagi per chi vive lungo il confine è ben presente alla Giunta che sta cercando di arrivare a una soluzione. In questa fase però bisogna tenere alta l’attenzione anche sulla questione dell’immigrazione clandestina, che è in aumento, e che ha implicazioni anche sanitarie, visto che chi entra illegalmente probabilmente non fa un tampone”.
Sul tema dei confini è intervento anche un altro esponente della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia, il consigliere regionale dell’Unione Slovena, Igor Gabrovec che ha sottolineato come “i governi dimostrino di conoscere poco le condizioni e le esigenze di chi vive ai confini”. “È forte la sensazione - ha sottolineato in una nota - di assistere a provvedimenti alquanto affrettati e decisi senza sentire e men che meno coinvolgere Regioni e sindaci a ridosso del confine”.
Gabrovec ha ricordato come le popolazioni che vivono a ridosso del confine siano state nel corso della pandemia “sottoposte a un ritmo incessante e variazioni quasi settimanali di obblighi e regole”, “provvedimenti a senso unico, quasi mai concordati tra le diverse autorità”, come la chiusura dei valichi minori, i tamponi obbligatori con cadenza settimanale, i diversi periodi di quarantena, fino a quella che Gabrovec definisce “l’ultima delle assurdità: a fronte del libero ingresso dall'Italia dei cittadini del Fvg in Slovenia ci si trova invece a dover presentare un tampone negativo a ogni rientro in Italia, addirittura a prescindere dal possesso o meno del certificato di avvenuta vaccinazione o superamento recente dell'infezione da Covid”.
Gabrovec ha rivolto “un forte appello ai Governi affinché provino a coordinare il regime degli spostamenti transfrontalieri, altrimenti – ha aggiunto - affronteremo soltanto un caos a singhiozzo e disagi per tutti, con forti ripercussioni anche a medio-lungo termine sui rapporti ed equilibri sociali ed economici di tanti cittadini, famiglie ed imprese in una stagione che, tra l’altro, vede di giorno in giorno migliorare i successi nel contenimento dell'epidemia”.
Alessandro Martegani