Quella che avrebbe dovuto essere una giornata di mobilitazione si è invece rivelata il giorno in cui la protesta a Trieste potrebbe spegnersi.
Nel giro di poche ore è stata infatti annullata la manifestazione che avrebbe dovuto richiamare nel capoluogo giuliano 20 mila persone ed è andato deserto anche il corteo non autorizzato annunciato per questa mattina alle 9:00 in piazza Goldoni: nella piazza c’erano solo giornalisti e cameramen ma senza l’ombra di un manifestante, mentre i bar hanno immediatamente rimesso all’esterno tavoli e sedie, ritirati per paura che potessero essere danneggiati o utilizzati come arma dai manifestanti.
In piazza Unità, dove ormai rimangono meno di un centinaio di dimostranti, sono stati levati i bivacchi e i cumuli di materiale e provviste necessarie per sostenere quattro giornate di protesta.
Poco dopo le 9:00 la polizia ha chiesto ai manifestanti di liberare l’area, e la richiesta è stata accettata senza problemi, mentre gli operatori del comune iniziavano a ripulire e sanificare le aree utilizzate come accampamento da lunedì scorso, restituendo l’aspetto originario della piazza ai triestini.
Levati anche tutti i cartelli e gli striscioni, e nessuno intona più cori o slogan: qualcuno suona, altri meditano, giocano a calcio, parlano a gruppi, ma sembra essere ormai diffusa la sensazione che la protesta si stia spegnendo, nonostante la presenza di giornali e tv da tutta Italia, giunti a Trieste per raccontare una giornata di protesta che non c’è stata. “Io sono arrivata oggi - ci dice una signora che racconta di essere partita questa mattina da Bergamo –: credevo di trovare la piazza piena, e invece …”. Più in là un ragazzo è seduto sconsolato: non è iscritto ad alcun social, non usa internet, ed è arrivato a Trieste pensando di partecipare a una grande manifestazione, trovando invece la piazza in smobilitazione.
Rimane confermato, come aveva detto lo stesso Stefano Puzzer nel video in cui annunciava l’annullamento del corteo e invitava tutti a non venire a Trieste, l’incontro di domani con il ministro Stefano Patuanelli, ma anche in quel caso non ci saranno dimostrazioni.
Anche alla presenza della polizia è calata di molto ed è più discreta, ma l’allerta rimane comunque alta in città per il timore che gruppi violenti vogliano comunque raggiugere il capoluogo giuliano. Controlli e blocchi sono stati disposti nei punti di accesso alla città per evitare infiltrazioni.
Davide Fifaco
Alessandro Martegani