Fabrizio Somma a Buie durante la campagna per il referendum costituzionale. Foto: Archivio personale
Fabrizio Somma a Buie durante la campagna per il referendum costituzionale. Foto: Archivio personale

Fabrizio Somma si è dimesso dalla carica di Direttore generale dell’Ente. Lo ha fatto con quella che è stata definita, dai bene informati, una bella lettera. In essa non mancherebbero i ringraziamenti a tutti quelli con cui ha collaborato negli ultimi trent’anni passati quasi ininterrottamente all’Università popolare. Il Consiglio direttivo ha preso atto delle sue dimissioni. Rimarrà in carica fino alla fine dell'anno, dopodiché tornerà tra il personale tecnico dell’Università degli studi di Trieste.

Somma, che era stato voluto alla presidenza dell’UPT dalla giunta Serrachiani, aveva interpretato il suo ruolo di presidente prima e di direttore poi in maniera molto innovativa, cercando di giocare un parte non secondaria anche nella politica della minoranza italiana in Slovenia e Croazia.

Ora all’Università popolare arriverà il commissario. Si dice che sarà un tecnico e che potrebbe essere nominato entro la fine del mese. A lui spetterà il compito di definire quale sarà il futuro dell’Ente, che potrebbe continuare a svolgere le attività fatte sinora o venir ridisegnato. Bisognerà vedere, quindi, se l’UPT, anche in futuro, farà da tramite per i finanziamenti destinati ad esuli e rimasti o se questo compito verrà demandato ad una Agenzia regionale. Quest’ultima soluzione era stata caldeggiata nelle ultime settimane, mentre la minoranza italiana in Slovenia e Croazia ha dato ad intendere che preferirebbe un rapporto diretto senza intermediari.

Da quello che si è potuto capire, comunque, emerge che il passivo dell’UPT sarebbe meno grave rispetto a quanto scritto dai giornali. Si tratterebbe di una complicata storia di anticipi dati e crediti non ancora riscossi a cui andrebbe aggiunto il fatto che l’Università popolare, con i fondi a disposizione, difficilmente riesce a chiudere l’anno in pareggio. In ogni modo la situazione, sempre stando a fonti interne, non sarebbe tale da mettere l’Ente a rischio. Da piazza Ponterosso del resto continuano a ribadire che quanto accaduto è dovuto ad una imperizia di gestione, che avrebbe anche radici lontane, ma non ci sarebbe alcun ombra di dolo o illeciti.