Presentato a Trieste, presso la sede della Comunità Greco Orientale il libro "Sono schizofrenica e amo la mia follia", di Elena Cerkvenič. L'autrice da anni si impegna in progetti per ampliare la conoscenza della cultura e della letteratura slovena a Trieste, oltre che in iniziative per abbattere le differenze di genere.
Con questo suo testo la scrittrice vuole invece lottare contro lo stigma della malattia:
"Un libro che è finalizzato alla lotta contro lo stigma e all'incoraggiamento alle persone che vivono la sofferenza psichica ad avere speranza, ad essere rassicurati, perché si può guarire o comunque si può convivere benissimo con il disturbo psichico."
Sei stata molto apprezzata anche dal numerosissimo pubblico presente. Una dimostrazione che a Trieste, la città di Basaglia, quella del disagio mentale, è una tematica molto sentita.
"Sicuramente. Io sono qui ora che sto parlando con il pubblico, grazie a Franco Basaglia, perché prima che venisse qui Franco Basaglia e prima del suo impegno per sare diritti alle persone che vivono il disturbo psichico, sarei dovuta vivere in manicomio. Io invece, grazie a Franco Basaglia, ho una famiglia, un lavoro, vivo la vita piena, sono libera, vivo la libertà. Quindi desidero dare questo messaggio, che è possibile quando si trovano dei servizi di salute mentale accoglienti, che ti rassicurano, che ti ascoltano, che ti supportano, è possibile la guarigione."
Un'ultima battuta; hai detto simpaticamente che si festeggia il trentesimo anniversario della tua follia, diciamo così. A testimonianza che con l'ottimismo se ne viene fuori.
"Certo sì, sì. In agosto impazzii a Monaco di Baviera e quindi adesso sono trent'anni da quel momento terribile. Però grazie a tutto il lavoro che è stato fatto con i servizi di salute mentale di Trieste in tantissimi anni, 30 lunghi anni, io oggi sono qua e questo tutto grazie anche a tutti voi, che avete sempre creduto in me, nelle mie capacità, nelle mie competenze e nelle mie risorse."
Davide Fifaco