Foto: Martegani
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Specchio del presente, visione nel futuro, in questa espressione è racchiuso il ruolo dello Slori, l’Istituto sloveno di ricerca che da 50 anni si occupa di approfondire la conoscenza della lingua e della comunità slovene in Italia, e ma anche di promuovere la ricerca sui questi temi e formare le nuove generazioni.
Il primo mezzo secolo dello Slori è stato celebrato con una cerimonia al teatro sloveno di Trieste, con la partecipazione, fra gli altri della presidente, Sara Brezigar, che ha ripercorso la lunga storia dell’istituto, fondato nel 1974 da Karel Šiškovič, sviluppato e reso più adatto ai tempi da Darko Bratina, e giunto fino al nuovo millennio passando anche fasi finanziariamente non facili. Brezigar ha ricordato il ruolo fondamentale dell’istituto per l’identità della comunità slovena Italia, un ruolo che, ha sottolineato più volte, lo Slori intende interpretare e sviluppare anche in futuro.

Foto: Martegani
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Il ministro per gli sloveni nel mondo, Matej Arcon, che ha anche consegnato alla Presidente un riconoscimento per l‘attività svolta dall’istituto, ha ricordato come il suo ruolo sia anche quello di far sentire la presenza e la voce della comunità slovena in Italia all’interno della Slovenia, e in questo, ha aggiunto, l’attività dello Slori è e sarà fondamentale.
“Il ruolo dell'istituto sloveno di ricerche – ci ha detto il direttore Devan Jagodic - è appunto quello di fare ricerca, d’indagare sui vari aspetti legati allo sviluppo della Comunità slovena in Italia, insediata nelle tre province di Trieste, Udine e Gorizia, indagare sulla sua organizzazione socio-culturale, il suo sviluppo economico, sui riflessi linguistici ed identitari, e anche processi d’integrazione con la Comunità e la società più ampie, sia a livello locale, sia a livello transfrontaliero, essendo appunto l'Istituto e la Comunità slovena in Italia un ponte naturale tra i due paesi”.

Foto: Martegani
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“L'Istituto dispone di una equipe qualificata di ricercatori che cercano di coprire le varie aree disciplinari, dalla sociologia, dall'antropologia, dalla geografia, linguistica, diritto, scienze politiche: settori che in qualche modo sono determinanti al fine d’indagare la Comunità in senso lato, ma anche, attraverso le nostre ricerche, le nostre indagini, di dare una visione di sviluppo per la comunità stessa. Da qui la scelta dei due termini simbolici ‘Specchio del presente’ da una parte e ‘Visione del futuro dall'altra’”.

Alessandro Martegani