Sì alla chiusura nel periodo natalizio, ma indennizzando in modo sostanziale commercianti e ristoratori e con la massima attenzione alla tenuta sociale del territorio: questa volta sembra indebolirsi l’asse far Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, i due governatori che avevano dimostrato una perfetta sintonia, fin dalla prima ondata, sui provvedimenti da prendere per combattere l’epidemia.
Se da una parte il governatore del Veneto, regione che è sempre rimasta gialla nonostante numeri preoccupanti soprattutto sul fronte della tenuta del sistema sanitario, continua a chiedere di chiudere tutto, in tutto il paese, per tutto il periodo natalizio, questa volta la posizione di Fedriga è più sfumata.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia non nega che sia necessaria una stretta per evitare assembramenti e contatti, ma chiede di guardare anche all’insoddisfazione crescente della popolazione e del mondo produttivo, e di mandare messaggi chiari al paese: “Bloccare tutto ora mi sembra molto difficile – ha spiegato -: non si può arrivare a ridosso al fine settimana prima delle feste, con il blocco del Natale in vista, e dire chiudiamo tutto”.
La linea individuata da Fedriga, che sembra concordare con quella, se non morbida, perlomeno non radicale del premier Conte, è di chiudere ristoranti e negozi a partire dal 26 dicembre, consentendo così gli acquisti natalizi, ma Fedriga ha anche lanciato un monito dalla pagine del Piccolo, il quotidiano di Trieste: se sulla base dei dati in possesso del governo occorre una stretta va bene, ma, ha aggiunto, “noi chiediamo con la stessa chiarezza un risarcimento totale per tutte le categorie che ne saranno colpite, altrimenti la misura non regge”.
Fedriga, con una proposta fatta propria dalla Lega, ha anche poi sottolineato la necessità, se il governo decidesse di chiudere la mobilità fra comuni dal 24 dicembre, d’inserire una deroga per familiari “per poter trascorrere il giorno di Natale insieme, pur con numeri limitati, come in tutti gli altri Paesi europei”, proprio per dare al paese un segnale di attenzione anche all’aspetto degli affetti e delle relazioni familiari.
Questa volta il governatore del Friuli Venezia Giulia, regione tornata gialla dopo aver evitato la zona rossa, ma in cui il numero dei contagi stenta a calare, sembra dunque voler seguire una strada di chiusure moderate, in attesa del via al piano vaccinale che, ha fatto sapere lo stesso Fedriga, la regione è pronta a far partire anche prima del 15 gennaio.
Alessandro Martegani
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