Un autore anti-cittadino, determinato invece dalla natura. Così la scrittrice appartenente alla comunità slovena di Trieste, Tatjana Rojc, ha definito Alojz Rebula. Uno scrittore che va contestualizzato alla letteratura di frontiera ed al quale nel 1995 venne conferito il "premio Prešeren", il massimo riconoscimento letterario sloveno.
Ma qual è la principale caratteristica della scrittura di Rebula? Ce lo spiega Tatjana Rojc: "la sua capacità del pensiero universale, la sua ricerca della verità, il suo orgoglio di appartenenza. Ma mai un orgoglio dettato dal senso di superiorità, ma dettato da quella che è stata la sua grande umanità e la sua grande sete di verità e di assoluto, che sono poi gli elementi fondanti del suo pensiero e del suo discorso letterario".
Importante questa serie di incontri, che finalmente anche a Trieste fa conoscere autori sloveni che, purtroppo, da queste parti non sono tanto sponsorizzati e conosciuti.
"È dovuto anche al fatto che non ci sono a disposizione, anzi non c'erano almeno fino ad oggi, a disposizione tante traduzioni. Molta strada è stata fatta, molta deve essere ancora fatta. Pensi che fino a qualche decennio fa, gli sloveni "tamquam non esset" ma valer per gli slavi in generale, fatta eccezione, ovviamente, per qualche polacco e per i russi. Ora la letteratura slovena viene considerata anche dai grandi editori, come "La nave di Teseo" che ha pubblicato molto Pahor, che ha pubblicato Rebula, Drago Jančar ed altri, come ad esempio anche i miei scritti. Insomma, grande attenzione per questo mondo sconosciuto, ma che è un mondo assolutamente che non viene determinato dal numero degli appartenenti alla nazione ma dall'essere una nazione a tutti gli effetti Europea".
Davide Fifaco