Potrebbe essere la soluzione per gli allagamenti sempre più frequenti che colpiscono il Borgo teresiano di Trieste a ogni pioggia abbondante.
Il progetto comune siglato in settimana dal Presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, e dal presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino, dovrebbe mettere fine a una situazione sconosciuta alla maggior parte degli abitanti della città ma che si sta via via aggravando, ed era diventata evidente nel 2017, quando sprofondò un tratto della centralissima via Carducci, sotto cui scorre un tratto del torrente Chiave, tombato nell’800, costringendo all’apertura di un cantiere che creò non pochi disagi al traffico.
Nelle stampe dell’epoca Trieste appare percorsa da più di un corso d’acqua, ma per agevolare la circolazione i torrenti sono stati progressivamente coperti e fatti scorrere sottoterra, accumulando negli anni detriti che ora impediscono il deflusso dell’acqua, creando un rischio idraulico per il centro storico della città. I torrenti tombati scorrono sotto vie a cui hanno dato il nome: Settefontane, Romagna, Farneto, Scorcola, e molti si uniscono al Chiave che scorre sotto via Carducci, per poi raggiungere il mare passando sotto il Porto vecchio.
Proprio quest’area, lo sbocco del Chiave in Porto vecchio, sarà il punto di partenza del progetto con un investimento iniziale di due milioni di euro già disponibili, che prevede, nell’arco di 10 anni, la creazione di un modello idraulico del sistema idrografico del torrente Chiave, la mappatura e l'aggiornamento della pericolosità, la valutazione della vulnerabilità del territorio, e poi la realizzazione degli interventi pianificati.
Proprio lo sbocco a mare del Chiave in Porto vecchio crea i maggiori problemi al centro triestino, e fra l’altro si trova in una zona dell’antico scalo che sarà interessata da investimenti anche da parte della regione, che porterà nell’area parte dei suoi uffici: la foce del Chiave, situata tra il Molo IV e il Molo III, sarà isolata per asportare ghiaia e detriti che impediscono il deflusso dell’acqua a mare. Si tratta di un intervento che fra l’altro rispecchia 5 dei 17 obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.
“La firma di questo accordo – ha detto il Presidente Fedriga al momento della firma - rappresenta un modello per tutto il Friuli Venezia Giulia. Grazie al coordinamento e a una regia unica, possiamo spendere rapidamente le risorse, a partire dai 2 milioni di euro già disponibili, superando a Trieste tutte le criticità causate da molto tempo dal torrente Chiave”.
“Oltre ad attraversare il centro, il torrente Chiave - ha aggiunto - sfocia in un'area del Porto vecchio dove Regione, Comune e Authority stanno portando avanti un fondamentale percorso di riqualificazione urbana in grado di attrarre importanti investimenti privati”.
Alessandro Martegani