Foto: Martegani
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Un modo per conoscere, approfondire ma anche osservare e rivivere i mesi che hanno portato al ritorno di Trieste all’Italia. È un approccio innovativo quello scelto dalla mostra “la ribellione di Trieste”, curata dall’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea, e allestita presso la Biblioteca Statale “Stelio Crise” di Trieste.

Foto: Martegani
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Si tratta di un progetto è articolato su tre livelli: un sito, la mostra e un gioco di ruolo che si rivolge agli studenti.
Accanto alle raccolte di foto e documenti, e ai pannelli esplicativi (che raccontano i fatti dei 1953 che portarono al ritorno della zona A all’Italia e all’assegnazione della zona B alla Jugoslavia), nelle sale della biblioteca, a cui si può accedere gratuitamente, è possibile anche ascoltare voci e vedere immagini d’epoca tramite i monitor, ma soprattutto quella appena inaugurata è una mostra visitabile anche in remoto grazie al sito internet che propone tutto il materiale diviso su tre livelli: la storia raccontata a fumetti, la storia per immagini, con grafiche e fotografie, e la storia nei documenti. I tre livelli sono interconnessi fra loro, proponendo diverse visioni dello stesso argomento.

Foto: Martegani
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La quantità d’immagini è molto rilevante, per la forte presenza di reporter italiani e internazionali in città nei mesi più difficili, mentre la documentazione messa a disposizione sul sito è sempre preceduta da una nota che fornisce gli strumenti per poter capire il documento. Tutto è tradotto in italiano, ma c’è sempre la possibilità di consultare i testi in lingua originale.
È presente anche un gioco di ruolo dedicato alle scuole, che permette d’immedesimarsi nei personaggi della storia e di dare vita ai negoziati per il futuro di Trieste.

Foto: Martegani
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La mostra, così come il sito – spiega Fabio Todero, studioso dell’Irsrec FVG – ripercorre passo dopo passo i mesi che hanno condotto alla soluzione felice della questione di Trieste, felice soprattutto, naturalmente, per Trieste: altro è stato il destino della cosiddetta zona B del territorio libero di Trieste”.
I visitatori possono seguire un percorso attraverso dei pannelli di testo, arricchiti dalle illustrazioni di Marinella Perosa o dai fumetti degli studenti dell'Istituto Fabiani Deledda, che hanno realizzato appunto un libro a fumetti, o una graphic novel come usa dire oggi, relativa in particolare ai fatti del ‘53, fino al 26 ottobre 1954. Le fotografie provengono da fondi istituzionali, dalla fototeca dei Civici musei di storia di Trieste, la fototeca della Biblioteca Nazionale slovena e degli studi di Trieste, dall'Archivio di Stato di Trieste e da fondi privati, e questo credo sia un punto di forza della nostra mostra. C’è poi un percorso attraverso delle vetrine in cui sono raccolti giornali, oggetti, album fotografici, anch'essi provenienti da archivi e da collezioni private, che offrono un po’ lo sguardo autentico dei triestini che furono protagonisti, o spettatori, in particolare della giornata del 26 ottobre 1954 e del successivo 4 novembre 1954. C'è anche la possibilità di visitare la mostra attraverso il sito, di ascoltare delle letture di testi dell'epoca grazie alla bellissima voce di Maurizio Zacchigna, e di vedere dei documentari d'epoca provenienti dall'Istituto luce”.

Foto: Martegani
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Durante la presentazione c'è stato l’accenno all’istituzione del Giorno del Ricordo e all’opera di divulgazione di questi fatti. Secondo lei siamo a buon punto sulla conoscenza di questo periodo della storia che è stato a lungo ignorato?
Credo e spero che, dopo tanti anni del Giorno del Ricordo, sono passati 20 di anni, un minimo di conoscenza in più si sia diffuso. Molto è stato fatto, anche da parte dell'Istituto, ma non soltanto naturalmente, per la diffusione della storia della frontiera adriatica. Si è lavorato moltissimo a livello di scuole e di formazione degli insegnanti. Speriamo sia stata una leva per indurre una conoscenza migliore del nostro territorio e della sua storia in un pubblico più vasto”.
Alessandro Martegani