In Istria l'abusivismo edilizio è ormai diventato un tumore metastatico che sta divorando l'ambiente naturale. Le ultime stime cui si è giunti con l'impiego dei droni parlano di 50.000 costruzioni fuorilegge nella penisola di cui quasi il 10 percento nel comprensorio dignanese che sbocca sul mare nelle località di Peroj e Barbariga. Sicuramente la cittadina di San Biagio è tra le più colpite se non la più colpita dal fenomeno tanto che l'amministrazione del sindaco Edi Pastrovicchio ha giocato un'altra carta nel tentativo di contrastarlo. Ossia ha aderito alla consultazione pubblica sulla proposta di modifiche e integrazioni alla Legge sull' Ispettorato all'edilizia avanzata dal governo. Una proposta che non offre la soluzione del problema, questa la valutazione, per cui si chiede che alle autonomie locali vengano demandate maggiori competenze e prerogative per contrastare con maggiore efficacia l'avanzare del mattone fuorilegge. Per la precisione si chiede che le guardie comunali siano messe in condizione di agire per tutti gli interventi nell'ambiente che non rispettino il piano territoriale. E agire vuol dire chiudere immediatamente i cantieri abusivi. Per raggiungere l'obiettivo si sollecita una più stretta collaborazione tra l'ispezione edilizia e le guardie comunali stesse. Nella documentazione inviata a Zagabria si ricorda che nel 2023 l'amministrazione cittadina ha spiccato 475 denunce di abusivismo edilizio all' Ispettorato all'edilizia, 236 all' Ente forestale, 10 alla Capitaneria di porto e 2 alla Sovrintendenza ai beni culturali. E si può dire che montagna abbia partorito il classico topolino: sono state rimosse o abbattute solo una cinquantina di costruzioni. Troppo poco dunque.
Valmer Cusma