"Il Catasto franceschino in Istria" è il titolo della giornata di studio promossa dalla Società Umanistica Histria di Capodistria in programma martedì 29 ottobre alle ore 11 presso la sede della Comunità degli italiani Santorio Santorio di Capodistria. Esperti - storici, storici dell'arte, geografi, ricercatori, conservatori e periti geometri - faranno il punto su questa grande opera cartografico documentaria ed in particolare sulla sua applicazione in Istria, il suo utilizzo odierno e il suo valore quale bene culturale aprendo una riflessione circa la possibilità di iscrizione del catasto nel registro dei beni culturali.
"Il Catasto franceschino è stato disposto dall'imperatore Francesco I d'Asburgo con l'ordinanza del 23 dicembre 1817 con la quale venne attuato per la prima volta in ambito all'Impero asburgico un sistema tavolare e catastale che era sistematico" ci spiega Dean Krmac segretario della Società Umanistica Histria "fino ad allora abbiamo avuto diversi catasti, non concretamente in Istria ma nelle vicinanze, quindi in Austria inferiore, in Carniola, nel Veneto e così via.. Con questo sistema con il 1817 e poi soprattutto con il 1818 tutto l'impero è sottoposto a questa misura che è una misura che nasce a fini fiscali e che poi ovviamente viene allargata anche ad altri immobili e ad altre questioni come quelle demografiche, sanitarie, economico sociali e così via.
Per l'Istria è importante perchè fino in quel momento la pensiola non è stata mai soggetta ad un'iniziativa di questo tipo e quindi si pone una pietra miliare perché da allora in poi tutte queste norme vengono in un certo modo sistematizzate. Questo catasto poi progredisce nel tempo, è avviato e viene sempre aggiornato. E' importante sapere che ancora oggi giorno è in funzione perché per esempio in Croazia e il 70% del territorio usa ancora il catasto franceschino che è stato introdotto da Francesco I."
In merito al sistema di musirazione Krmac specifica che "viene avviata una misurazione sistematica fondata su un sistema triangolare con una particolare scala 1:2880; per noi è rilevante soprattutto il punto del Krim sotto Lubiana e poi concretamente per quanto riguarda l'Istria il Monte Maggiore e il Monte Taiano-lo Slavnik da cui partono queste misurazioni che coprono poi tutta la nostra penisola incluse le isole quarnerine. Questo sistema viene poi catalogato, viene lavorato prima in sito, quindi sul terreno con i periti geometri che rilevano la tipologia del paesaggio, gli edifici, le colture, la presenza demografica etc e poi tutto questo viene convertito in una serie di mappe catastali, delle cartine geografiche. Rivestono una grande importanza anche gli elaborati catastali perché presentano una serie di informazioni che a mio modo di vedere non sono state ancora sfruttate.
Importante rilevare che ancora oggi giorno sono presenti sul territorio tantissimi segni di questo catasto, quindi delle pietre che segnavano i cosiddetti confini, che sono sparsi un po' in tutte le zone e sono conservati. L' importanza è anche quella di poterli un giorno tutelare con l'iscrizione nel registro dei beni culturali, come cippi presenti sul territorio e anche come le mappe catastali che sono invece una documentazione archivistica che per quanto riguarda l'Istria è conservata in buona parte presso l'Archivio di Stato di Trieste.
Noi conosciamo il catasto come catasto franceschino perché è stato avviato dal primo imperatore asburgico a cui stata sottomessa l'Istria, Francesco I d'Asburgo, al quale abbiamo dedicato anche un convegno con la Società umanistica Histria un paio di anni fa proprio in occasione del bicentenario della sua visita in Istria" ancora Dean Krmac "accompagnato da Pietro Nobile, Francesco I era venuto in Istria proveniente da Trieste, ha poi visitato Salvore, è andato a Pola dove ha fatto grandi lavori per la conservazione dell'Anfiteatro, ha fatto costruire il faro di Salvore. Proprio nell'ambito di quella giornata di studio di qualche anno fa è emersa la necessità di approfondire proprio lo studio sul catasto perché abbiamo appurato che appunto sul catasto sono stati sì fatti degli studi ultimamente, però diciamo che le conoscenze non sono ancora a livello di quello che un'opera cartografica del genere meriterebbe, per cui abbiamo deciso di fare un primo passo per vedere qual è lo stato degli studi attuale. "
Al convegno parteciperanno Tatjana Bradara archeologa, curatrice superiore presso il Museo archeologico dell’Istria di Pola, esperta di archeologia moderna e di segnali confinari in Istria, Antonietta Colombatti storica, direttore dell’Archivio di Stato di Trieste, sede di conservazione del fondo relativo al Catasto franceschino, Gorazd Furlanič ingegnere di geodesia e di geoinformatica, laureato con una tesi sull’analisi della documentazione d’archivio relativa al catasto nella zona del Litorale, Aleš Novak perito geometra presso l’Amministrazione geodetica regionale di Capodistria, presidente della Società dei geometri del Litorale, Marina Paoletić storica dell’arte, socio della Società di studi storici e geografici Pirano, esperta di architettura, di paesaggio e di famiglie nobili istriane e Ivan Zupanc geografo, docente presso il Dipartimento di geografia della Facoltà di scienze naturali di Zagabria, esperto di geografia storica e demogeografia dell’Istria.
La Giornata di studio, promossa a 200 anni dalla mappa di Capodistria di Luigi Strada, viene
organizzata dalla Società Umanistica Histria in collaborazione con l'Archivio di Stato di Trieste, il Museo archeologico dell'Istria di Pola e la Comunità degli Italiani "Santorio Santorio" di Capodistria.
L'evento rientra nell'ambito del progetto societario "Capod'Istria KoperIstra 1619•1819•2019" con cui inoltre si celebrano i 400 anni della Pianta di Capod'Istria di Giacomo Fino. (ld)