Una delle palazzine del complesso residenziale in Riva Vojko è stata sottoposta ad interventi di riqualificazione energetica. Alla fine i condomini hanno scelto di dare un tocco di colore all'edificio optando per un verde molto appariscente, che a molti ha dato fastidio. Non è la prima volta che vengono eseguiti dei lavori di ristrutturazione a dir poco discutibili, ricorderemo il caso di qualche anno fa quando un antico portone in legno di un palazzo settecentesco in centro a Capodistria venne sostituito con una moderna porta color bianco in plastica. Veementi furono le proteste della comunità locale di Capodistria centro, dovettero intervenire le autorità comunali e le belle arti e l'antica porta tornò al suo posto. In questo caso il comune ha le mani legate, perchè non esiste un regolamento che stabilisce le sfumature di colore con le quali si possono ridipingere le facciate di edifici privati al di fuori del perimetro del centro storico, che negli anni è diventato più stretto.
Le eccezioni riguardano solo i palazzi posti sotto tutela perchè patrimonio culturale o perchè esiste un'ordinanza comunale specifica. La giornalista Nataša Čepar del quotidiano Delo, ricorda che le palazzine progettate all'inizio degli anni 60 dal noto archietto Edo Mihevc sono uscite dalla zona protetta del centro nel 2007. Per la loro valenza storica, tipico esempio di archiettura postbellica, sarebbe secondo gli esperti da lei interpellati, necessario tutelare anche se non riconosciuti ufficiamente come patrimonio storico culturale. Andrebbe preservato il colore originale della facciate. Meglio dei divieti su cosa non fare durante il restauro sarebbe il caso, rilevano gli esperti, di fornire ai proprietari indicazioni utili su come e cosa fare. Le facciate degli edifici fanno parte del paesaggio urbano. Nel caso della palazzina in Riva Vojko soprende inoltre il fatto che il progetto originale dell'architetto non prevedeva il verde fosforescente, che stato invece imposto dai proprietari degli appartamenti. (ld)