"Sono felice della decisione del tribunale" ha affermato il primo cittadino polese rivendicando il diritto a difendere i principi in cui crede. "Il mio ruolo è quello di gestire Pola nel modo migliore e se è vero che ogni persona ha il diritto di ascoltare ciò che più gli aggrada è vero pure che l'amministrazione cittadina ha la facoltà di stabilire quello che si svolgerà nelle strutture di sua proprietà quali l'Arena, il Teatro, il Palazzetto dello sport o altri", ha aggiunto Zoričić che commentando l'intera vicenda ha raccontato di essere stato disturbato soprattutto dal tentativo disonesto di promuove contenuti non dichiarati in un luogo pubblico. Inizialmente era stata annunciata, infatti, l'esibizione di un solo cantante serbo al quale se ne erano aggiunti successivamente altri tre. Nell'esaminare la denuncia degli organizzatori, il Tribunale commerciale di Pisino ha sentenziato che non esistono i presupposti legali per obbligare il comune a concedere l'affitto del Palasport ma non si è entrati però nel merito del genere musicale proposto. Gli organizzatori non sembrano intenzionati a far ricorso, però - dicono - non desisteranno dalla richiesta di risarcimento per i danni subiti. Sia come sia, in Istria ma anche nel resto del paese si continua a dibattere sulla legittimità del divieto, sulle specificità della cosiddetta musica balcanica e in genere sulla censura che in linea di massima e soprattutto ai giorni nostri non serve a niente, ma anzi va ad alimentare curiosità e interesse.
Lionella Pausin Acquavita