Tra i 500 extravergini dei cinque continenti scelti da quella che è definita la Bibbia dell’olivicoltura, il 13% sono istriani, il che porta la regione al primo posto nella graduatoria mondiale per la qualità dell’olio d’oliva. Ed è questa l’ottava volta per l’Istria, che supera la Puglia e la Toscana. Quasi tutti presenti i produttori inclusi nel catalogo con valutazioni che vanno da 81 punti e arrivano poi a superare (e sono ben 17) la quota dell’eccellenza che va dai 95 punti in su. E nell’Olimpo dei dieci migliori prodotti al mondo con un punteggio di 100 c’è quello del frantoio “Mate” di Salvore. “È un traguardo che desideravo raggiungere, nel mio cuore però non pensavo che lo avrei realizzato perché mi paragonavo agli altri che hanno 100 punti, che hanno una lunga storia di olivicoltura alle spalle, con delle grandi aziende”, ci ha raccontato la proprietaria, Aleksandra Vekić, che non intende fermarsi qui, ma vuole perfezionarsi e migliorare, là dove ancora possibile. E sono numerosi i connazionali a vantare punteggi eccezionali: Ipša, Chiavalon, Fernetich, Belci e tanti altri ancora. Soddisfatto della valutazione ottenuta, il dignanese Livio Belci, spiega: “Un punto in più rispetto all’altro anno, siamo arrivati a 97 il che significa che stiamo migliorando anche perché sono convinto che dai 95 in su ci sono piccolezze che differenziano il prodotto e non va dimenticato poi che sono diversi i fattori che determinano il punteggio: il numero di piante, l’ampiezza dell’azienda, il frantoio e così via; il nostro cavallo di battaglia è la busa, specie autoctona ma lo è ancor di più l’amore verso queste piante secolari che fanno parte della nostra tradizione, della nostra vita”.
Un’affermazione degli olivicoltori istriani arrivata, come ha affermato l’assessore all’Agricoltura, pesca e patrimonio forestale, Ezio Pinzan, grazie all’impegno e al lavoro individuale di ciascuno di loro, ma anche grazie al lavoro congiunto, sinergico con le autorità regionali che hanno investito molto nello sviluppo, affermazione e promozione del comparto olivicolo-oleario della penisola. “L’Istria è una regione piccola e non può permettersi un prodotto mediocre”, ha affermato il direttore dell’Ente regionale per il turismo, Denis Ivošević, raccontando che quando, una ventina di anni fa, si era partiti con l’ambizioso progetto delle strade dell’olio non si sperava di arrivare così in alto in senso qualitativo, e aggiunge: “Questo è il risultato della passione dell’istriano che sente una devozione verso l’olivo e verso tutti i simboli che questa pianta rappresenta anche nel mondo moderno” .
Alla cerimonia di Stanzia Meneghetti presente Marco Oreggia, assaggiatore, giornalista, critico enogastronomico e padre di Flos Olei che ha confermato la politica intelligente condotta in Istria che ha saputo mettere assieme l’indubbia vocazione territoriale, varietà autoctone interessanti, collaborazione tra i produttori e impegno istituzionale. “In vent’anni, da poche e piccole realtà sono cresciuti imprenditori strutturati sia nella quantità sia nella qualità, ma poi con dei frantoi bellissimi, dove l’aspetto estetico e architettonico si presta al turismo e poiché questa è terra di turismo diventa interessante e fondamentale il rapporto tra produttore e consumatore”, ha affermato Oreggia ed ha concluso: “Devo dire che l’ Istria è un sistema di filiera veramente ben fatto che propone qualità alta e riesce a penetrare bene pure sul consumo”.