foto: Shutterstock
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Si chiama burnout, ed è un fenomeno che purtroppo è in piena espansione sui luoghi di lavoro anche fra le generazioni più giovani.
Il Burnout è una condizione medica associata “allo stress cronico sul lavoro non adeguatamente gestito”, ufficialmente riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, causata da vari fattori, come i conflitti interpersonali, la mancanza di chiarezza riguardo a compiti, responsabilità e obiettivi, la pressione legata alle tempistiche e al carico di lavoro, elementi che portano a confusione, stress e scarsa produttività.
Secondo un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi, il 22 per cento dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout, soprattutto nelle aziende più piccole, in particolare i lavoratori più giovani e coloro che non ricoprono posizioni manageriali. L’80 per cento sarebbe addirittura pronto a rassegnare le dimissioni a causa di una cultura aziendale tossica, a prescindere dalle retribuzioni.
I tassi più alti si evidenziano in India, con il 59 per cento, mentre i più bassi in Camerun, con il 9 per cento. L’Italia si colloca nella parte bassa della classifica, con solo il 16 per cento dei sintomi di burnout.
Si tratta di un problema che pesa, oltre che sulla salute e le condizioni vita dei lavoratori, anche sulla produttività: le frequenti dimissioni dei giovani ostacolano infatti l’aggiornamento e la crescita dell’impresa, e il calo della soddisfazione lavorativa registrato dal 2020 ad oggi potrebbe impattare sull’economia globale con una perdita di circa 8,8 miliardi di dollari.
Per evitare questo fenomeno sono necessarie cura e attenzione nel creare un ambiente di lavoro stimolante e favorevole, ma anche la capacità di innovare e comprendere il mondo che ci circonda.
Secondo gli esperti la soluzione è l’analisi del clima aziendale, un’attività di monitoraggio costante che punta a comprendere e risolvere le insoddisfazioni dei propri dipendenti.
“I dati - ha sottolineato Francesca Verderio, Training & Development practice leader di Zeta Service, azienda italiana specializzata nei servizi di risorse umane - sottolineano la necessità di porre attenzione ai processi di ascolto dei propri dipendenti, monitorando costantemente il clima aziendale”. “Moltissime aziende – ha aggiunto - negli ultimi anni ci hanno segnalato una maggiore difficoltà a trattenere le risorse: in quest’ottica mettersi in ascolto delle proprie persone e quindi monitorare costantemente il clima aziendale diventa fondamentale”.
“Conoscere le esigenze e le opinioni dei dipendenti – ha concluso - è fondamentale per migliorare tutti gli aspetti della vita lavorativa. Facilmente si scivola nel pensare che l’intenzione di abbandono del posto di lavoro sia legata a tematiche retributive o di carriera o dal competitor che corteggia i propri dipendenti con offerte “irrinunciabili”, quando in realtà si tratta di problematiche meno evidenti, rilevabili attraverso strumenti di ascolto più profondi”.

Alessandro Martegani