L’ufficiale indagato attualmente risulta ancora operativo all’interno dell’Accademia di Modena, storica istituzione che forma i futuri ufficiali dell’Esercito e dei Carabinieri.
Intanto, in attesa dell’esito delle indagini, è stato trasferito ad altre mansioni, sempre nell’ambito dello Stato Maggiore dell’Accademia.
Sulla vicenda indagano due procure: quella militare di Verona e quella penale di Modena.
I fatti risalgono circa a due anni fa; la magistratura ordinaria si è attivata su segnalazione di quella militare, ha inviato una informativa. A segnalare i presunti episodi è stato il generale, comandante dell’Accademia, che ha raccolto le segnalazioni pervenute internamente alla stessa Accademia.
Le accuse indirizzate all'ufficiale sono di essersi lasciato andare ad affermazioni sessiste, body shaming, molestie persecutorie, violenze private ed abuso di autorità. "Io se voglio una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio far male ad una persona io la distruggo attaccandomi al collo senza dargli respiro. Sarei capace di inventarmi qualsiasi cosa sul suo conto personale pur di distruggere lui e la sua famiglia" avrebbe affermato il tenente colonnello. Continui rimproveri, scatti d’ira, chiamate fuori dall’orario servizio. E ancora: mancati permessi anche quando riguardavano visite mediche, mancata concessione di riposi, dispetti e ripicche. Questa sarebbe stata la quotidianità per i sottoposti del militare incriminato.
Per umiliare le allieve le avrebbe costrette a lavare “frequentemente” i genitali ai cavalli, oltre che obbligarle a subire continue battute a sfondo sessuale. Più di una persona avrebbe riferito agli investigatori di aver scelto di congedarsi ed alcuni allievi sarebbero stati visti in un angolo in lacrime.
Il sindacato dei Carabinieri ha comunicato di voler attendere gli sviluppi investigativi della magistratura ed eventualmente di valutare se costituirsi parte civile dando mandato ai propri legali.
Davide Fifaco