La mossa dell'esecutivo italiano di spostare i fondi destinati alle modifiche parlamentari e all'accoglienza dei migranti per finanziare invece il comparto sicurezza, ha decisamente scatenato l'ira delle opposizioni, che adesso si sentono "tradite" dopo settimane di riunioni per cercare un'intesa sulle priorità cui destinare il tesoretto da cento milioni l'anno per le Camere.
Il Pd parla di "governo in tilt" e di "rischio di esercizio provvisorio", mentre il M5s esclude qualsiasi "condivisione" del percorso con la maggioranza.
Uno dei tre emendamenti del governo, a lungo attesi e depositati lo scorso giovedì in tarda serata, è la vera e propria pietra dello scandalo: i fondi destinati alla sicurezza. A inasprire gli animi sono dunque gli stanziamenti per le forze di polizia, le Forze armate ed i vigili del fuoco, accolti favorevolmente da tutto il centrodestra a partire dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Il problema è che per recuperare questi 100 milioni di euro a farne le spese sia, prima di tutto, la cifra già esigua lasciata per consentire le modifiche parlamentari. Inoltre, viene sforbiciato di 15 milioni l'anno, per tre anni, anche il nuovo fondo per l'accoglienza dei migranti e dei minori non accompagnati, anche a favore dei Comuni interessati, creato ad hoc dall'esecutivo con il Decreto Anticipi.
Infine, c'è stato il "pasticcio" sulle pensioni di alcune categorie della pubblica amministrazione, con la correzione che non convince né le minoranze né i sindacati, nemmeno quelli dei medici, che hanno confermato anche lo sciopero del 18 dicembre.
Davide Fifaco