Si è fatto attendere il primo atto concreto della premier, parole ritenute necessarie dopo giorni di appelli e richiami per un suo gesto per commentare l’inchiesta di Fanpage circa gli insulti razzisti e antisemiti in Gioventù nazionale. La leader di Fratelli d’Italia si è rivolta direttamente ai dirigenti del suo partito: “Come moltissimi di voi, sono arrabbiata e rattristata per la rappresentazione che ci è stata data dai comportamenti di alcuni giovani del nostro movimento, ripresi in privato.” Così ha iniziato la premier, ricordando che Fratelli d’Italia non è mai stato un movimento rivolto al passato. “Da sempre siamo interessati solo al futuro della nostra Nazione, non siamo come vorrebbero dipingerci, non lo siamo noi e non lo sono i nostri ragazzi di Gioventù nazionale. Abbiamo un movimento giovanile forte, sano, colorato, curioso e aperto. I nostri ragazzi sono i primi ad essere danneggiati”. Meloni ha parlato al suo partito, precisando che non ha spazio “per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ‘900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore”. La premier non ha dimenticato di sottolineare che, nel 2019, FdI ha aderito con totale convinzione alla risoluzione del Parlamento europeo sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa, con la quale si “condannavano senza esitazione tutte le dittature del ‘900”, una mossa che “rende cristallina la nostra posizione sulla storia” di quel periodo. La presidente del Consiglio nella lettera ha fatto ben capire che all’interno del suo partito non c’è razzismo o antisemitismo, in quanto hanno fatto della trasparenza e della coerenza i loro tratti caratteristici, e che chi crede che possa esistere un’immagine pubblica di FdI che non corrisponde ai suoi comportamenti privati non ha capito cosa sono, e non è il benvenuto tra loro. “Noi siamo un capriccio della storia, e per alcuni siamo un rischio e un problema, ma per moltissimi siamo la vera speranza rimasta” ha concluso la premier.
B.Ž.