Dalla Venere influencer, alla cifra spesa per la campagna, dalle immagini girate in Slovenia anziché in Italia, al dominio non registrato. C’è molto materiale per critici, comici e chi si occupa di satira nella campagna di promozione dell’Italia lanciata recentemente dal Ministero del turismo guidato da Danile Santanché.
La campagna, che dovrebbe far apprezzare il brand italiano nel mondo e le bellezze delal penisola, è stata battezzata, “Open to Meraviglia”, e propone fra le altre cose la Venere di Botticelli trasformata in influencer.
Non appena è stata lanciata, la campagna ha suscitato non poche perplessità, a partire dal fatto che all’interno del primo video di lancio della campagna, alcuni supposti turisti brindano non all’interno di un‘osteria o un locale in Italia, ma da Cotar a Gorjansko, locale in Slovenia, anche se a pochi chilometri da Trieste. Si tratta, è da sottolineare, non di una scelta artistica voluta, ma di una gaffe figlia del fatto che per costruire il video sono stati utilizzati archivi d’immagini già realizzate, il tutto a fronte di un costo per l’intera campagna stimato in nove milioni di euro.
Le critiche però non si fermano qui: a poche ore dal lancio ci si è accorti che nessuno al Ministero aveva pensato a registrare il dominio “opentomeraviglia.it” che, come spesso accade, è stato immediatamente comprato da un’azienda di marketing per 4,99 euro, e ora si vedrà se il Ministero deciderà di acquistarlo o meno. Anche il nickname @venereitalia23 non è stato registrato su Twitter, dove il profilo è comunque attivo, ma a cura di un utente.
Le critiche però vanno anche alla commistione fra inglese e italiano, che non è piaciuta a destra, ma soprattutto alla stessa idea di fondo della campagna, con l’uso della Venere di Botticelli vestita da influencer, che scatta selfie a Piazza San Marco o mangia una pizza sul
lago di Como.
Su internet i meme si sono moltiplicati, e mostrano Venere che si copre la faccia per la vergogna nella conchiglia, o che si fa i selfie di fronte a uno scippo o alla pioggia di Cutro dove sono morti decine di migranti, fino a quelli a favore dei diritti LGBT. In generale, quella che avrebbe dovuto essere una campagna che strizzava l’occhio ai giovani, sta mettendo in luce la distanza proprio con le giovani generazioni, e a poco sono servite le parole della ministra Santanchè, che ha sottolineato come “la campagna serva per vendere la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora.
L’operazione ha ricevuto una stroncatura anche da Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura ma soprattutto critico d’arte: “La pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, - ha detto - senza bisogno di travestirle”.
Ironico anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Usare la Venere di Botticelli con una maglietta addosso mentre mangia una pizza per pubblicizzare l’Italia nel mondo – ha detto - riduce l’Italia al solito banale luogo comune e non porta un turismo consapevole e di qualità. Di questo passo arriveremo al David di Michelangelo con un mandolino in mano”.
Alessandro Martegani