La decisione di molte compagnie di navigazione di non passare più per il canale di Suez, e affrontare la circumnavigazione dell’Africa per evitare possibili attacchi da parte dei ribelli yemeniti Houthi, creerà un blocco delle operazioni per tre settimane al porto di Trieste e in generale un calo delle attività in tutti i porti del Mediterraneo, con conseguenze a lungo termine ancora tutte da valutare.
L’effetto immediato su scali come quello di Trieste, ma anche di Capodistria, sarà il mancato arrivo nei porti delle navi per i prossimi 10 giorni o addirittura tre settimane, il tempo necessario a coprire il percorso più lungo, ma è anche possibile che, fino alla messa in sicurezza del Mar Rosso e del Canale, arrivino meno navi anche in seguito.
È lo scenario evocato dallo stesso presidente dell’autorità portuale dell’alto Adriatico e dell’organizzazione dei porti europei, Zeno d’Agostino, che accanto alla conferma di un probabile blocco degli arrivi da fine dicembre per due settimane, ha anche sottolineato come se la situazione perdurasse, parte del traffico potrebbe essere dirottato verso i porti del nord Europa, visto che le compagnie hanno interesse a utilizzare i porti del Mediterraneo se passano da Canale di Suez, altrimenti, arrivando dall’Atlantico, saranno privilegiati gli scali del nord Europa o al massimo quelli del Mediterraneo occidentale, tagliando fuori Trieste e Capodistria.
Intanto si allunga la lista delle compagnie, come Lloyd, MSC e altre, che hanno annunciato l'interruzione dei transiti attraverso il Mar Rosso, dove normalmente incrociano 17.000 navi all’anno per passare dal Canale di Suez. Attraverso questa rotta transita il 10 per cento dei traffici mondiali e, accanto a un allungamento dei tempi di consegna, se la situazione perdurasse è prevedibile un rincaro delle materie prime e dei prodotti che giungono da oriente, così come dei prezzi del petrolio (anche se attualmente solo un ottavo del greggio consumato in Europa arriva dal canale di Suez), con un possibile effetto sui prezzi al consumo.
Alessandro Martegani