Il provvedimento annunciato dalla Rai nei confronti della giornalista Serena Bortone, conduttrice della trasmissione “Che Sarà…”, sembra destinato ad alimentare la polemica sulla libertà d’espressione alla Rai e sull’influenza dei partiti di Governo sul servizio pubblico.
I fatti contestati risalgono allo scorso aprile, quando saltò il previsto intervento dello scrittore Antonio Scurati in occasione del 25 aprile. Nel testo lo scrittore, autore di libri su Mussolini e il fascismo, denunciava le responsabilità del regime, accusando anche la premier Giorgia Meloni di evitare di “ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista”, e di aver scaricato solo sul nazismo le atrocità commesse dal fascismo.
Non appena saputo della decisione della Rai di far saltare l’intervento in seguito a un mancato accordo sulla retribuzione, (secondo la dirigenza Scurati avrebbe dovuto lavorare a titolo gratuito, ma spuntò anche una email che citava dei non meglio definiti motivi editoriali), la conduttrice aveva annunciato sui social la decisione dell’azienda, prendendone le distanze, e ricostruendo poi l’accaduto nel corso della trasmissione.
Tanto è bastato, a distanza di più di due mesi, a far scattare una sospensione di sei giorni nei confronti di Serena Bortone: si tratta di una sanzione molto pesante, sia per la portata, sia perché intanto “Che Sarà…”, la sua trasmissione, è stata cancellata dai palinsesti.
Secondo l’azienda la giornalista avrebbe rotto il vincolo di riservatezza richiesto ai dipendenti della RAI, anche se in questo caso si tratta di una giornalista, che ha prima di tutto un vincolo di correttezza nei confronti del pubblico, e inoltre aveva semplicemente preso le distanze da una decisione che, anche a distanza di più di due mesi, continua ad avere il sapore di una censura.
La decisione della Rai, non ancora ufficializzata, ha già fatto scattare le reazioni Secondo Vittorio di Trapani, presidente della Federazione nazionale della Stampa, e giornalista RAI, la decisione dell’azienda “è una vergogna: denunciare pubblicamente la cancellazione del monologo di Scurati sul 25 aprile è stato un atto di obbedienza civile – ha aggiunto –, Bortone ha obbedito al suo dovere di informare i cittadini, rispettare i valori del Servizio Pubblico e della Costituzione”.
“Sei giorni di sospensione a Serena Bortone – ha scritto l'Usigrai, sindacato dei giornalisti RAI - sono una ritorsione”. "Si scarica su una collega competente ed equilibrata, il malfunzionamento e l’assenza di una catena di comando aziendale che non viene toccata da una vicenda che matura proprio in quegli uffici, tanto da uscire nei giorni seguenti con diverse versioni”.
Si parla già di un ricorso contro il provvedimento, mentre anche i parlamentari del Pd della commissione bicamerale di vigilanza Rai in una nota hanno definito la sospensione “una brutta pagina per la Rai, una brutta pagina per il servizio pubblico che sanziona una sua professionista per aver contestato un'ingiusta imposizione. Chi dovrebbe essere sanzionato per aver messo il bavaglio a una voce libera agisce ancora liberamente e indisturbato nella definizione delle scalette dei programmi e lo fa con una visione di parte per allisciare il pelo a governo e maggioranza”.
Alessandro Martegani