Strage di migranti all'alba di fronte alle coste calabresi. Almeno 40 persone, bilancio ancora provvisorio e incerto, sono morte durante un tentativo di sbarco a Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone. Una ventina i superstiti finora tratti in salvo, ma molte persone risultano ancora disperse. Tra le vittime molti bambini, anche un neonato di pochi mesi. Il suo cadavere, secondo la drammatica testimonianza di un vigile del fuoco, è tra i corpi finora recuperati da soccorritori e forze di polizia che stanno proseguendo le operazioni. Secondo le prime informazioni il natante su cui si trovavano a bordo era molto carico e non ha retto al mare agitato, spezzandosi in due. Nell'area, dove il mare è forza 3-4, sono attivi due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera. Secondo le fonti i migranti non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa a nuoto. Sul posto per i soccorsi sono intervenuti la Capitaneria di porto e la Guardia di finanza. Presenti anche la polizia di Stato ed i carabinieri, insieme al personale del 118 e della Croce Rossa. Le forze dell'ordine stanno cercando di raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti per capire quante persone ci fossero sul barcone affondato.
La premier Giorgia Meloni esprime profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. Il governo, dice, è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza.
Delio Dessardo