La storia del dopoguerra continua a dividere a Monfalcone, dove viene ufficializzata l’intitolazione di uno slargo cittadino a una figura che ancora oggi è motivo di discussione tra coloro che lo considerano un “martire dell’italianità” e quelli che invece lo giudicano “un criminale fascista”: Piero Dominutti.
La proposta era arrivata tempo fa dal gruppo Pro Patria di Monfalcone e da Mauro Steffè, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ed è stata fatta propria dall’attuale amministrazione locale che ha quindi deciso di intitolargli una via cittadina, aderendo così alla narrativa della destra locale, che ha sempre interpretato l’agguato del 14 gennaio 1948 nel quale Dominutti perse la vita, come un attacco ad un patriota italiano da parte di sostenitori della Jugoslavia.
Un’interpretazione non condivisa dall’Anpi che lo presenta invece come "un’attivista delle squadre d’azione, protagoniste di atti di violenza e gesti d’intimidazione, anche con bombe e pugnali, nei confronti di militanti di sinistra e sedi di partito ed organizzazioni operaie nel corso del settembre 1947”; stigmatizzando quindi la sua celebrazione con l’intitolazione di una via, tanto più che secondo loro Dominutti sarebbe in realtà stato assassinato per banali motivi sentimentali. I suoi detrattori sostengono, infatti, che si sia trattato di un omicidio perpetrato da un marito geloso.
D’altronde già in passato c’erano state contestazioni già per una lapide in via Terenziana a lui dedicata, dove ogni gennaio si riunivano per ricordarlo attivisti delle organizzazioni nazionaliste e neo-fasciste locali. L’Anpi promette, quindi, battaglia, mentre i consiglieri di opposizione hanno già annunciato che in caso di loro vittoria nelle prossime elezioni comunali il nome dello slargo sarà immediatamente cambiato.
Barbara Costamagna