L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è in stato di fermo presso la polizia di Nanterre nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti illeciti dalla Libia, per una sua vecchia campagna elettorale del 2007.
Secondo fonti giudiziarie, contro l'ex presidente francese vi è l'accusa di fondi neri per finanziare la campagna elettorale del 2007. I presunti finanziamenti illeciti arriverebbero dalla Libia. E’ la prima volta che l'ex capo dell'Eliseo viene interrogato su queste accuse, dopo l'apertura dell'inchiesta risalente al 2013.
A sostegno dei sospetti su questi finanziamenti illeciti. dalla Libia di Gheddaffi. ci sono le dichiarazioni di diversi personaggi, ad iniziare dall'uomo d'affari Ziad Takieddine, che già nel 2016 aveva affermato di aver portato 5 milioni di euro da Tripoli a Parigi tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 e di averli consegnati a Sarkozy, allora ministro dell'Interno . Affermazioni che confermano quanto già sostenuto dall'ex direttore dell'intelligence militare libica ed anche dall'ex ministro del petrolio di Tripoli.
L'ex presidente francese era già stato posto in stato di fermo ed interrogato nel 2014: era la prima volta che nei confronti di un ex presidente della Repubblica protetto dall'immunità fin quando è in carica, si disponeva lo stato di fermo, per un'inchiesta che voleva appurare se l'ex capo dello stato avesse promesso una carica di prestigio ad un giudice se questi lo avesse messo al corrente di un provvedimento giudiziario nei suoi confronti e della decisione di intercettare le sue telefonate.
Inoltre, poco più di un anno fa, Sarkozy era stato rinviato a giudizio per alcuni presunti fondi neri alla campagna per le presidenziali del 2012, poi vinte dal socialista François Hollande.
I magistrati hanno interrogato anche l'ex ministro e fedelissimo di Sarkozy, Brice Hortefeux, il quale tuttavia è stato sentito in libera audizione e contrariamente all'ex capo di Stato non è in stato di fermo. Il premier francese Edouard Philippe, intervistato questa mattina dai media francesi, ha detto di non voler fare alcun commento sul fermo di Nicolas Sarkozy, invocando rispetto.