Numerose le bandiere palestinesi che sventolavano a ritmo degli slogan scanditi dai manifestanti scesi in piazza, quali “Free Palestine” e “Stop Apartheid”; i partecipanti, hanno voluto ricordare la pluriennale politica aggressiva condotta da Israele, “una politica segnata dalla segregazione e dall’occupazione” a detta dei manifestanti i quali hanno lanciato numerose critiche alla Comunità internazionale che starebbe appoggiando Israele nell’offensiva che starebbe punendo l’intera popolazione palestinese. I presenti hanno inoltro voluto ricordare le vittime innocenti con un minuto di silenzio al quale sono seguiti gli interventi; gli organizzatori “il Movimento per i diritti dei palestinesi”. Da quanto si è sentito negli interventi “le violenze non sono iniziate con gli attacchi ai danni di Israele ma sono la conseguenza della politica condotta da quest’ultimo, che dal '75 sta portando la popolazione palestinese sull’orlo dell’estinzione”. Sottolineando il distanziamento da Hamas, i presenti hanno esortato la Comunità internazionale a intervenire per il cessate il fuoco, la protezione della popolazione e l’accesso agli aiuti umanitari. “La marcia non è di sostegno a Hamas o all’antisemitismo, ogni vittima è di troppo, siamo contrari all’escalation delle violenze e lo vogliamo ribadire pubblicamente”, hanno detto gli organizzatori. È fondamentale che i paesi, tra i quali la Slovenia, prendano una netta posizione per far cessare la politica condotta ai danni dei cittadini palestinesi. “Bisogna porre fina al genocidio in atto” secondo i manifestanti. “Ha preso il via un’offensiva da terra, si avvicina il genocidio. Israele sta colpendo le case, i mercati, le scuole e la restante infrastruttura civile e ha definito i palestinesi come degli animali umani”, si è sentito dire in uno degli interventi.

Tra i rappresentati del governo presenti si è potuto notare solamente quelli del partito Sinistra, come ha spiegato Miha Kordiš:Dal 2014 il partito Sinistra è attivo per il riconoscimento internazionale della Palestina, un gesto che la Slovenia dovrebbe compiere a livello internazionale e contribuire cosi a limitare le tensioni. La Slovenia dovrebbe inoltre partecipare attivamente agli appelli per il cessate il fuoco, alla possibilità di accesso agli aiuti umanitari e sedersi attivamente dietro un tavolo diplomatico per il riconoscimento di una Palestina indipendente. Credo che le preoccupazioni espresse dalla Slovenia per l’accesso ai rifornimenti a Gaza è una presa di posizione giusta e di fondamentale importanza in questo momento, ma a fine giornata abbiamo bisogno di unire le forze politicamente per porre fine al conflitto e per l’indipendenza palestinese”.


Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter
Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter