Nessun cambiamento anche in questo fine settimana per quanto riguarda l’andamento dell’epidemia in Slovenia, dove la percentuale di positivi al Nuovo Coronavirus sul totale dei test processati è rimasto tra il 25 ed il 30% e il numero dei ricoveri e dei morti continua ad essere stabile.
Con un’incidenza di 972 su 1000.000 abitanti è confermata, quindi, la fase nera e le relative misure in vigore per arginare il contagio in tutto il paese. La dottoressa Mateja Logar del dipartimento per malattie infettive della clinica universitaria di Lubiana ha detto che la situazione non è delle più favorevoli e ha confermato che sono iniziati i test a tutti gli operatori della case di cura e delle strutture sanitarie, nelle quali per ora sono risultati positivi circa il 5% dei lavoratori.
La Logar ha sottolineato il fatto che in tutte le strutture si fa di tutto per evitare i contagi, ma che con la crescita dell’epidemia è inevitabile un aumento dei positivi anche in questi ambiti. Per quanto riguarda l'alto numero di decessi, la Logar ha spiegato che si tratta solamente del fatto che essendoci più persone ammalate ci sono di conseguenza anche più morti, aggiungendo che inoltre non è ancora chiaro quali saranno gli strascichi che potrebbe lasciare il virus sulla qualità della vita dei contagiati.
Nessuna apertura, quindi, neanche in questa seconda settimana di dicembre, che a detta degli esperti è un mese che necessiterà ancora di particolari attenzioni, e che potrebbe secondo l’istituto Jozef Štefan registrare il picco dei contagi verso la sua metà per poi vedere l’inizio dell’agognata discesa della curva dei positivi, prefigurando l’uscita dal periodo più difficile di questa seconda ondata.
Il dottor Mario Fafangel, ha confermato il portavoce del governo Jelko Kacin, si è dimesso dal comitato di esperti del governo. Su alcuni media si parla di probabili disaccordi tra l'esperto e gli altri membri del gruppo riguardo alcune delle scelte prese dal governo per contrastare il virus.
Barbara Costamagna