Dopo due decenni "la Slovenia non è più una allieva né una studentessa, ma parte integrante della vita politica europea, della sua pratica quotidiana e dell'affermazione del diritto". Parole pompose forse, ma in linea con il sentimento dominante per le celebrazioni in corso quelle utilizzate da Verica Trstenjak, ex avvocato generale presso la Corte di giustizia dell'Unione europea, chiamata a tenere il discorso celebrativo alla commissione parlamentare competente, riunita per l'occasione nell'Aula principale della Camera di Stato, anche per la presenza di numerosi ambasciatori e diplomatici di stanza a Lubiana. Trstenjak ha poi detto che la Slovenia deve essere come l'oro, piccola, ma di grande valore in termini di proposte, attività e influenza.
Un altro discorso celebrativo è stato quello dell'ex giudice costituzionale Ernest Petrič, che rivendicato l'orgoglio di vivere in un'epoca in cui il popolo sloveno ha ottenuto risultati esemplari quali la partecipazione attiva all'Ue, alla Nato, e all'Onu, traguardi che danno piena contezza al paese nel senso giuridico del termine. Nel suo intervento il leader del Partito democratico sloveno, Janez Janša, ha messo in guardia sulle sfide che attendono l'Ue nei prossimi cinque anni, in particolare quella dell'allargamento, da intendere secondo lui come "espansione strategica dell'area di pace e prosperità in Europa".
E sempre in merito al ventennale per l'ingresso nell'Unione europea, poche ore prima la Commissione parlamentare per gli affari esteri aveva approvato con un solo astenuto e senza voti contrari, pur fra le perplessità dell'opposizione, un corposo documento in 30 punti, dal titolo dal titolo "La casa in Europa", il cui scopo è di esaminare i risultati raggiunti per definire una visione per il ruolo della Slovenia nell'Unione europea.
La ministra degli Esteri, Tanja Fajon, presente in commissione così come alle celebrazioni, ha anche annunciato che è già in preparazione una proposta per una nuova dichiarazione sulle linee guida per il funzionamento della Slovenia nelle istituzioni europee, dopo che quella attuale scadrà il prossimo autunno.
Valerio Fabbri