Sarà la solidarietà a prevalere e non la politicizzazione, perché l'obiettivo è di tornare il prima possibile alla normalità. La pensa così Janković, che si è detto ottimista e fiducioso per la ricostruzione di Sneberje, l'ex insediamento indipendente nella parte nord-est della capitale pesantemente colpito dalle alluvioni di inizio mese. Dopo la prima ondata di aiuti, necessaria per la pulizia, è ora il momento della riabilitazione di strade ed edifici delle zone più colpite, che ora hanno la priorità rispetto ad altri cantieri comunali giunti alle battute finali, come ad esempio Rog o Ilirie. In base alle indicazioni rese note in conferenza stampa dal capo del dipartimento protezione e salvataggio di Lubiana, Robert Kus, c'è tempo fino alla fine del mese per presentare richiesta di aiuto al comune, che avrà due settimane di tempo per razionalizzare le richieste e rivolgersi alle autorità statali.
Janković poi ha anche parlato della collaborazione con l'esecutivo per la gestione dei corsi d'acqua. In base a un'intesa di massima con il premier, Robert Golob, l'attuazione delle misure anti-alluvione sia a Tacen che a Sneberje per mettere in sicurezza i corsi d'acqua dovrebbe essere affrontata in modo rapido.
Intanto preoccupa il colore sempre più scuro di alcune aree della Ljubljanica. Dopo che lunedì è stato segnalato un insolito inquinamento nell'area della palude che circonda Lubiana, gli organi competenti hanno avviato verifiche e accertamenti per cercare di capire se il nero dell'acqua e l'odore insopportabile che caratterizzano una vasta area intorno alla capitale rientrano tra gli effetti indesiderati delle inondazioni di inizio mese, o se dietro c'è la mano dell'uomo. Polizia e ispettorato competente stanno analizzando i campioni delle acque, i cui risultati sono attesi nei prossimi giorni.
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