Possibile sospetto di reato in 13 contratti per l'acquisto di materiale sanitario e protettivo destinato a fronteggiare l'epidemia di coronavirus. È quanto emergerebbe dal rapporto preliminare della Corte di Conti slovena. Il suo presidente, Tomaž Vesel, ha riferito che è stato inviato alla polizia un documento, nel quale i 13 contratti in questione vengono appunto definiti sospetti. Il contenuto non è pubblico, in quanto va ulteriormente verificato, soltanto dopo la Corte dei conti emetterà il verdetto finale. Vesel non ha voluto rivelare quali contratti sarebbero risultati non conformi alla legge. Ora i documenti verranno verificati dal governo, dai ministeri della difesa, delle attività produttive, della salute e dall'ente per le riserve strategiche. La Corte dei conti aveva deciso di procedere alla revisione lo scorso maggio, anche dopo che erano venute alla luce informazioni su presunte irregolarità nelle ordinazioni di attrezzature, materiali ed equipaggiamenti sanitari e protettivi necessari per fronteggiare la prima ondata dell'epidemia, a primavera. La diffusione del rapporto preliminare è stata accompagnata da speculazioni, secondo le quali potrebbe influire sulla situazione politica in Slovenia soprattutto sulla posizione del ministro delle attività produttive, Zdravko Počivalšek. Vesel ha detto di non vedere timori di questo genere, trattandosi in primo luogo di una bozza. "Počivalšek avrà modo di esprimersi in merito al rapporto preliminare che gli è stato trasmesso", dice Vesel, "un'ottima occasione per chiarire tutto". Il ministro ha già fatto sapere che presenterà una risposta documentata e argomentata; "da una rapida visione del rapporto preliminare si può concludere che non contiene niente di particolare", così Počivalšek, "contrariamente a quanto diffuso da alcuni media".
Delio Dessardo