La disamina del rapporto della Commissione di controllo dei servizi di intelligence e di sicurezza - Knovs - presieduta da Matej Tonin, relativo alle intercettazioni legate al processo di arbitrato con la Croazia, dinanzi ai deputati della Camera di stato si è svolta a porte rigorosamente chiuse.
Tonin ha ribadito che il rapporto è stato stilato e presentato ai parlamentari perché è giusto sia fatta piena luce su quando accaduto. "Il diritto di sapere, implica il dovere di agire tempestivamente per tutelare in futuro gli interessi nazionali. Tonin ha valutato positiva la discussione, e così è stato per la maggior parte dei deputati che hanno trovato il rapporto molto utile. Ora sanno che non si è trattato di un errore sistemico ma di un errore umano.
Il rapporto riguarda la vicenda delle intercettazioni telefoniche che nel 2015, avevano chiamato in causa il giudice sloveno nella Corte di Arbitrato, Jernej Sekolec e la rappresentante del governo, Simona Drenik, poi dimessisi. L'organismo parlamentare presieduto da Matej Tonin, lo scorso 11 novembre, aveva reso pubbliche alcune costatazioni emerse durante le audizioni. Imputava a Drenik di non aver agito professionalmente e di aver comunicato con Sekolec senza rispettare le regole e la legge sulla sicurezza dei dati. Inoltre, i colloqui telefonici tra il giudice e la rappresentante del governo si sono svolti al di fuori della sede del Ministero degli Esteri, con telefoni non criptati, quindi senza protezione alcuna dalle intercettazioni telefoniche, fuori anche dall'orario di lavoro della Drenik e all'insaputa del ministro degli esteri, del premier e dell'agenzia di intelligence.
Tra i banchi parlamentari, una voce fuori dal coro è stata quella di Zmago Jelinčič, Partito Nazionale, secondo cui Tonin ha sbagliato a divulgare i contenuti di una parte del rapporto, perché così facendo ha informato anche Zagabria. Secondo Jelinčič l'agente Drenik andava accusata di tradimento e arrestata.
Quest'ultima respinge le accuse e ha intentato una causa alla Camera di Stato perché stralci il rapporto che secondo lei avrebbe prevaricato la giurisdizione e violato i suoi diritti.
Tonin nel rigettare ogni tipo di accusa ha sottolineato ancora che il rapporto è stato un contributo al consolidamento dell'arbitrato e la prova che il governo di Borut Pahor vi ha partecipato in piena legalità. Non c’è stata alcuna cospirazione contro la Croazia, e non è stato violato il processo negoziale, ha concluso Tonin.
La Croazia dal canto suo la pensa diversamente reputa che con il rapporto del Knovs la Slovenia stessa conferma di aver cercato di cambiare le carte in tavola durante l'arbitrato. Zagabria a seguito delle intercettazioni si è ritirata unilateralmente dalla procedura d'arbitrato e non rispetta il verdetto della Corte dell'Aia. Del resto, i giudici dell'Aia, durante il processo, hanno stabilito che il tenore delle conversazioni tra l'agente e l'arbitro sloveni non costituivano una violazione così grave da influire sulla loro decisione finale.
Corrado Cimador